X-Men Speciale 50° Anniversario, la recensione
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Non è un caso che in quegli anni di profonda trasformazione della società americana il mondo dei comics in piena età d'argento (la cosidetta Silver Age), veniva rivoluzionato da alcuni personaggi che ne sarebbero divenuti icone assolute: Spider-Man, gli Avengers e gli X-Men. Questi ultimi sono i supereroi più vicini alla sensibilità e ai fermenti dell'epoca: la lotta per l'emancipazione e per i pari diritti delle minoranze, dei diversi. Gli X-Men d'altra parte non hanno ottenuto superpoteri grazie a un incidente o a un portento, vi ci sono nati con questi che diventano una condanna, un marchio d'infamia che li allontana, temuti e malaccetti, dall'uomo “normale”. Le creature di Stan Lee e Jack Kirby diventano testimoni di un messaggio di straordinaria apertura mentale per quei tempi: il diverso è in realtà una persona speciale.
La Panini celebra i cinquant'anni della nascita di questi protagonisti del fumetto mondiale di ogni epoca, con la scelta originale e intelligente di ripubblicare alcuni episodi, meno conosciuti, prodotti alla fine degli anni '60, a ridosso del 66° albo della serie originale quando, non pare vero, la testata stava per chiudere i battenti per scarse vendite. Si tratta di tre storie firmate da maestri come Roy Thomas, Dennis O'Neil e Neal Adams. Il gruppo originale, Ciclope, Bestia, Uomo Ghiaccio, Marvel Girl (Jean Grey) e Angelo, nei primi due episodi proposti e scritti da Thomas, è catapultato nella Terra Selvaggia, luogo fantastico dell'Antartide, ancora popolato da dinosauri e regno di un altro famoso character, Ka-Zar, la versione Marvel del mito di Tarzan. La minaccia è il misterioso Creatore dietro cui si cela il nemico storico di allora, Magneto. Il terzo racconto scritto da O'Neil e disegnato sempre da Adams, vede la partecipazione di altri due X-figure storiche del mondo mutante, Havok e Polaris, uniti per combattere bellicosi esseri venuti dalla spazio.
Se le didascalie e i balloon tradiscono un'eccessiva loquacità figlia dell'epoca, questi fumetti stupiscono per la modernità della costruzione delle tavole, per la ricchezza delle inquadrature, la plasticità e il dinamismo delle scene e lo spessore e la carica emotiva conferita ai personaggi da Adams. In questi ultimi episodi della prima serie erano presenti già i semi del successo che da lì a pochi anni sarebbe arrivato con Chris Claremont e Dave Cockrum.