X-Men: Divisi, la recensione

Dati i precedenti lavori degli autori coinvolti, ci si aspettava qualcosa di più ambizioso e originale da X-Men: Divisi

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Uncanny X-Men #2, anteprima 01

Tra il titolo che richiama alla mente l'incipit del lungo ciclo di Brian M. Bendis sui Vendicatori e la cadenza settimanale mutuata da Avengers: Senza tregua, avevamo grandi aspettative per il ritorno di Uncanny X-Men. Visto anche il coinvolgimento degli sceneggiatori Ed Brisson (Extermination), Kelly Thompson (Mr. & Mrs. X) e Matthew Rosenberg (Astonishing X-Men) e dei disegnatori Mahmud Asrar, R.B. Silva, Yildray Cinar e Pere Perez, Divisi si preannunciava un appuntamento imperdibile per ogni X-fan.

Sin dalle prime battute dell’arco narrativo in dieci parti, il team creativo punta tutto sull’azione, con l'aggiunta di un paio di colpi di scena d'impatto; su tutti il ritorno sulla scena di Legione, figlio di Charles Xavier, e di Nate Grey, il corrispettivo di Cable proveniente dalla realtà nota come Era di Apocalisse. Dopo lo scoppiettante finale di Incredibili X-Men 1, abbiamo appreso che la mente dietro al rapimento di Kitty Pryde, Apocalisse e del Senatore Ashton Allen è proprio X-Man. A che scopo? Formare un consiglio che lo aiuti a creare un mondo migliore, perfettamente equilibrato. Sullo sfondo, Bestia deve scoprire chi è il traditore che ha sottratto dal suo laboratorio un medicinale che annulla il gene X.

Gli elementi narrativi appartenenti alla tradizione dei Figli dell’Atomo vengono sfruttati a fondo in Divisi: un assembramento di X-Men mai visto prima, unito da una minaccia dal potere immenso e guidato da una rinata Jean Grey, si getta in scontri epici, con confronti che si spostano su piani diversi della realtà e misteri che si dispiegano davanti ai nostri occhi.

"Da scrittori come questi, che in precedenza hanno inciso positivamente sul sottobosco mutante, ci aspettavamo qualcosa di più originale e ambizioso."Andando più a fondo, però, emerge il solito problema degli eventi supereroistici su vasta scala, la caratterizzazione dei protagonisti ridotta al minimo: un limite che impedisce ai neofiti di entrare in sintonia con quanto letto già dai primi numeri di questo rilancio, costringendoli a lasciarsi impressionare esclusivamente dal massivo dispiegamento di forze schierate. Da scrittori come questi, che in precedenza hanno inciso positivamente sul sottobosco mutante, ci aspettavamo qualcosa di più originale e ambizioso.

Nella sua interezza, X-Men: Divisi è un evento che, pur esercitando una discreta attrattiva, tradisce le aspettative; in particolare, la gestione condivisa tra Brisson, Thompson e Rosenberg ha di fatto annullato le loro rispettive peculiarità, consegnandoci una storia che solo a tratti – vedi le toccanti sequenze finali – riesce a convincere per la solidità della scrittura, la brillantezza delle trovate e la freschezza dei dialoghi. Per il resto, si ha la percezione di trovarci di fronte a una saga di puro intrattenimento che si “limita” a spalancare le porte all’avvento di una nuova realtà alternativa (Age of X-Man).

Se in termini narrativi aspettiamo di capire in che modo Divisi andrà a incidere negli sviluppi futuri di Incredibili X-Men, dal punto di vista artistico non possiamo che applaudire i disegnatori coinvolti, i quali hanno sfornato delle prove maiuscole: straordinari Asrar e Silva, in costante crescita e sicuri protagonisti dei prossimi anni; suggestivo Cinar quando cita lo stile sporco di Bill Sienkiewicz; bravo Perez, artefice di esaltanti splash page.

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