X-Men: Divisi, la recensione
Dati i precedenti lavori degli autori coinvolti, ci si aspettava qualcosa di più ambizioso e originale da X-Men: Divisi
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Tra il titolo che richiama alla mente l'incipit del lungo ciclo di Brian M. Bendis sui Vendicatori e la cadenza settimanale mutuata da Avengers: Senza tregua, avevamo grandi aspettative per il ritorno di Uncanny X-Men. Visto anche il coinvolgimento degli sceneggiatori Ed Brisson (Extermination), Kelly Thompson (Mr. & Mrs. X) e Matthew Rosenberg (Astonishing X-Men) e dei disegnatori Mahmud Asrar, R.B. Silva, Yildray Cinar e Pere Perez, Divisi si preannunciava un appuntamento imperdibile per ogni X-fan.
Gli elementi narrativi appartenenti alla tradizione dei Figli dell’Atomo vengono sfruttati a fondo in Divisi: un assembramento di X-Men mai visto prima, unito da una minaccia dal potere immenso e guidato da una rinata Jean Grey, si getta in scontri epici, con confronti che si spostano su piani diversi della realtà e misteri che si dispiegano davanti ai nostri occhi.
Nella sua interezza, X-Men: Divisi è un evento che, pur esercitando una discreta attrattiva, tradisce le aspettative; in particolare, la gestione condivisa tra Brisson, Thompson e Rosenberg ha di fatto annullato le loro rispettive peculiarità, consegnandoci una storia che solo a tratti – vedi le toccanti sequenze finali – riesce a convincere per la solidità della scrittura, la brillantezza delle trovate e la freschezza dei dialoghi. Per il resto, si ha la percezione di trovarci di fronte a una saga di puro intrattenimento che si “limita” a spalancare le porte all’avvento di una nuova realtà alternativa (Age of X-Man).
Se in termini narrativi aspettiamo di capire in che modo Divisi andrà a incidere negli sviluppi futuri di Incredibili X-Men, dal punto di vista artistico non possiamo che applaudire i disegnatori coinvolti, i quali hanno sfornato delle prove maiuscole: straordinari Asrar e Silva, in costante crescita e sicuri protagonisti dei prossimi anni; suggestivo Cinar quando cita lo stile sporco di Bill Sienkiewicz; bravo Perez, artefice di esaltanti splash page.
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