X-Force 1, la recensione
Con un perfetto mix di azione, thrilling e un'impressionante componente artistica, X-Force è l'esordio più solido tra quelli targati Dawn of X
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Charles Xavier aveva un sogno: creare un mondo in cui umani e mutanti potessero coesistere in pace. Quel sogno non è mai divenuto realtà, e oggi gli X-Men seguono una via tutta nuova e tutta differente tracciata dal loro mentore sulle sponde di Krakoa, l'isola senziente su cui, insieme a Magneto e Moira MacTaggert, ha fondato una vera e propria nazione. La rivoluzione dello status quo mutante è stata innescata dalle miniserie House of X e Powers of X, scritte da Jonathan Hickman, e ora prosegue sulle pagine delle quattro serie Marvel targate Dawn of X, l'ultima delle quali a esordire è X-Force.
"Ci troviamo di fronte all’esordio più solido ed emozionante tra quelli targati Dawn of X."Nonostante ciò, a livello d'impostazione X-Force si avvicina alla serie dedicata ai Nuovi Mutanti anche per un altro aspetto: la narrazione è focalizzata più sul portare avanti la trama piuttosto che approfondire i suoi protagonisti, a differenza di quanto visto nelle prime battute di X-Men e Marauders. Di contro, in perfetta continuità con il lavoro di Hickman, Percy prende in considerazione gli aspetti più brutali che si celano dietro l’utopia mutante per mostrarci l'altra faccia di Krakoa.
Senza dubbio ci troviamo di fronte all’esordio più solido ed emozionante tra quelli targati Dawn of X, una lettura convincente, ricca di thrilling e azione. Gran parte del merito va all’ottima prestazione di Cassara al tavolo da disegno: il suo tratto pastoso quanto dinamico aggiunge ulteriori suggestioni al racconto, così come le opprimenti colorazioni di Dean White alimentano la sensazione di ritrovarci in un contesto angosciante. I toni sono quelli drammatici di un romanzo spionistico ma traslati nel rinnovato contesto dei Figli dell'Atomo, cosa che in questo primo numero sfocia in un finale a dir poco sconvolgente.
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