X-Files 11x06, "Kitten": recap e commento

Ecco il nostro recap e commento del sesto episodio di X-Files intitolato “Kitten“

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X-Files questa volta ci porta nel passato di Skinner, durante gli anni del conflitto del Vietnam, per raccontarci di un'arma batteriologica in grado di controllare letteralmente la mente delle persone semplicemente esponendole al veleno. Nel corso della guerra il giovane Walter Skinner si prende la briga di proteggere un suo compagno, John, completamente diverso da lui, indifeso e impaurito specialmente perché, a differenza sua, non aveva scelto di arruolarsi. Durante una missione segreta i due soldati devono proteggere e portare alla compagnia Bravo una cassa dal contenuto top secret, ma purtroppo le cose finiscono in tragedia nel momento in cui durante la spedizione la cassa viene colpita e dal suo interno comincia a fuoriuscire un fumo verdognolo. John entra in contatto con questo gas in maniera irreversibile mentre Skinner, allontanatosi per recuperare un compagno, finisce per non esserne contagiato, almeno inizialmente. L'effetto provocato dal fumo è allucinatorio e conduce le persone a nutrirsi delle proprie paure così da attaccare senza che sia attivo alcun freno inibitore. Il governo è ancora una volta dietro a tutto questo? Da quel momento John cambia e comincia persino a uccidere persone innocenti, mentre Skinner distante guarda il suo compagno cambiare e trasformarsi in qualcuno che non era.

Nel presente Mulder e Scully vengono richiamati da Kersh, il quale li informa della sparizione di Skinner accusandoli anche di essere i responsabili della sua deludente carriera. I due Agenti cominciano a indagare preoccupati per il loro compare sentendosi anche in colpa per essere stati d'intralcio alla sua crescita lavorativa. Una volta giunti a casa di Skinner, Mulder e Scully trovano degli indizi grazie a una busta senza mittente contente l'orecchio essiccato di una persona. Dopo un'attenta analisi, i due comprendono che il misterioso messaggio proviene da Mud Lick, una strana cittadina che da diverso tempo sembra essere stata colpita dalla misteriosa presenza di un mostro spaventoso che aggirandosi nei boschi tende trappole macchinose uccidendo diverse vittime. I nostri protagonisti immaginano che Skinner possa trovarsi lì e fanno qualche ricerca sul suo plotone durante gli anni in Vietnam, questo per via della dicitura sul fronte della busta che indica "Lancia Spezzata Walter Skinner, Terzo Battaglione".

Una volta giunti sul posto, Mulder e Scully incontrano lo sceriffo e vengono introdotti in quelle che sono tutte le strane vicende che da un po' di tempo macchiano di sangue la città. Nell'analizzare il corpo di una recente vittima, l'unico dottore di Mud Lick, lo stesso al quale era stato tagliato un orecchio e mandato a Skinner, i due Agenti notano come manchino dei denti nonostante non ci siano segni di carie in stato avanzato o di parodontite. Poco dopo lo sceriffo della città viene richiamato perché viene rinvenuta un'altra vittima nel bosco, un veterano del Vietnam di nome Banjo e al quale anche a lui mancano dei denti. Ritornati in centrale, Mulder e Scully guardano dei filmati provenienti da una telecamera per la fauna che era stata messa nei boschi dai cacciatori per tenere d'occhio la selvaggina (o almeno così si pensa), e notano immediatamente la figura di Skinner di fronte al corpo di Banjo. A differenza dello sceriffo, però, Mulder e Scully capiscono immediatamente che non è lui il colpevole. Nel frattempo Skinner trova la casa del suo vecchio compagno di plotone John ma finisce per fare la conoscenza del figlio, Davey, un ragazzo amareggiato da come suo padre è stato trattato dalla corte marziale. Secondo il racconto di Davey, John ha passato parte della sua vita in carcere dopo essere stato accusato di diversi omicidi e durante la sentenza lo stesso Skinner testimoniò contro di lui anche se in quell'occasione fu forzato dai suoi capi. Ciò che non doveva emergere in quella determinata circostanza era l'esistenza di un gas che controllasse la mente delle persone. Davey, essendo stato sempre a conoscenza dei fatti, accusa Skinner di non essere stato accanto a suo padre in un momento così difficile e gli racconta degli anni vissuti lontano da lui mentre era rinchiuso in una stanza di vetro all'interno un'istituto psichiatrico per veterani, Glazebrook.

Skinner finisce per convincere Davey della sua teoria e chiede di essere portato da suo padre così da poterci parlare ed eventualmente aiutarlo. Il ragazzo accetta ma l'agente, ignaro della verità, capisce di essere stato incastrato dal figlio di John. Nonostante questo viene comunque portato dal suo ex-compagno di guerra, il quale però pende senza vita da un cappio su albero. Poco dopo Skinner finisce in una delle trappole di Davey ferendosi con uno spuntone e rimanendo bloccato in una fossa. A seguire arrivano anche Mulder e Scully e, dopo un'attenta conversazione con Davey, i due capiscono che il ragazzo oltre a mentire nasconde qualcosa che ha a che vedere sicuramente con Skinner. Gli agenti fingono di andarsene e poco dopo capiscono che il loro amico era lì nascosto da qualche parte, specialmente perché notano la presenza di un SUV che difficilmente sarebbe potuto appartenere a Davey. Mentre Scully è intenta a trovare segnale sul cellulare per chiamare lo sceriffo della città, Mulder torna nella casa del ragazzo e oltre a scoprire la maschera del mostro in uno degli armadi, finisce per trovare anche Skinner, in fondo a una fossa, nella quale poco dopo finisce anche lui perché spinto di nascosto da Davey. Il ragazzo intento a dare fuoco ai due agenti viene fermato inaspettatamente da Scully, che giunta in loro soccorso lo ferisce marginalmente sparandogli. Mentre la donna è intenta ad aiutare i due compagni, Davey scompare. Successivamente inizia una caccia all'assassino che si concluderà nel modo più prevedibile possibile. Dopo una colluttazione tra Skinner e Davey, quest'ultimo rimane vittima di una delle sue stesse trappole. Nel finale vediamo un dialogo tra Mulder e Scully con Skinner, il quale confida loro che rifarebbe tutto ciò che ha fatto e che da quando ha li ha incontrati ha imparato l'importanza della verità. Proprio per questo motivo l'Agente Walter Skinner è disposto a tutto pur di scoprire cosa si nasconde dietro a quel gas velenoso e rendere omaggio al suo ex-compagno John e a tutte le persone che hanno subito degli esperimenti.

Nonostante lo svolgimento sia piuttosto prevedibile e il tema di fondo sia frutto di un'idea trita e ritrita, l'episodio funziona per tanti altri motivi. "Kitten", oltre a essere il nomignolo di John durante il suo periodo in Vietnam, è anche un capitolo della storia di X-Files necessario per comprendere ancora di più quel senso di moralità dietro al personaggio di Walter Skinner. Un uomo enigmatico che ha sempre detto il giusto senza mai dire una parola di troppo: dapprima un avversario di Mulder e Scully e successivamente amico, confidente e aiutante. L'episodio ha bene o male lo stesso andamento che ha avuto il personaggio di Skinner nel corso della varie stagioni. Inizialmente è stato costretto a mentire perché controllato da potenze maggiori, ma è facile immaginare come la collaborazione tra Skinner e l'Uomo che Fuma sia in realtà l'inizio di un percorso da parte dell'Agente per scoprire la verità facendo finta di essere un alleato o comunque un confidente. La lealtà che Skinner ha nei confronti di Mulder e Scully è sicuramente una delle cose più interessanti di X-Files ed è quindi impossibile pensare che questa particolare amicizia venga tradita con il revival. Sebbene non venga svelata la storia dietro quel gas e il suo scopo specifico, considerando anche che Skinner alla fine perde anche un dente, l'episodio si amalgama bene con il passato e con quanto era stato rivelato dal personaggio nelle passate stagioni. Addirittura nella seconda stagione di X-Files (One Breathe), Skinner parlò di quando fu costretto ad uccidere un ragazzo di 10 anni per salvare la sua vita e quella dei suoi compagni e di quanto quell'evento gli cambiò l'esistenza. Peccato quindi per la sceneggiatura troppo raffazzonata perché la regia di Carol Banker, la terza donna a dirigere un episodio di X-Files, non è affatto scontata, anzi, le scene in Vietnam oltre ad essere molto credibili raccontano più di quanto la trama stessa fosse intenzionata a fare trasferendo un senso di inquietudine e dolore nei giovani Skinner e John. L'ultimo appunto va fatto a Holey Joel Osment, più verosimile nella parte di John in Vietnam dopo essere stato esposto al gas che nei panni di Davey, decisamente poco credibile e meno inquietante di quello che cercava di dimostrare.

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