X-Files 11x04, "The Lost Art Of Forehead Sweat": recap e commento
Ecco il nostro recap e commento del quarto episodio dell'undicesima stagione di X-Files, intitolato "The Lost Art Of Forehead Sweat"
Torniamo a X-Files. Qualcuno si prende la briga di manovrare questi ricordi, rigirarli o addirittura di nasconderli a tal punto da negarne la loro stessa esistenza. Reggie Something svela a Mulder e Scully la mente dietro tutto questo: uno scienziato chiamato Thaddeus Q. Loro. Quando pensavamo che quel Loro rimanesse solo un mistero come spesso capita in X-Files, ecco che "The Lost Art Of Forehead Sweat" svela l'esistenza di un personaggio che ha nel mezzo del suo nome proprio la parola "Loro". Inizialmente i due Agenti faticano a credere alle parole di Reggie, che nel corso dell'episodio scompare in continuazione appena sente delle sirene, consapevole che qualcuno lo stia cercando. Tutto è nel limbo, sia per gli spettatori che per Mulder e Scully, fino a che il Dott. Loro non chiama Mulder organizzando un incontro. Un appuntamento che mette ancora più a disagio il povero agente dell'FBI, dal momento che lo strano uomo non fa altro che parlare di verità nascoste, di ricordi alterati e di cospirazioni talmente grandi da cancellare eventi come l'olocausto. Nell'epoca di internet tutto questo è ancora più difficile da decifrare visto che la rete si nutre di fake news. Lo stesso dottore è riuscito a creare un video talmente folle e ben architettato da risultare veritiero, un video inserito all'interno del suo stesso blog, chiamato False Fake News. In un contesto così poco chiaro e dove è difficile comprendere cosa sia vero o no, è possibile pensare che la verità sia ancora lì fuori? Per Mulder è quasi impossibile fermare il piano laborioso e ingannevole del dottore, specialmente in un mondo dove tutti credono a tutto.
Di episodi folli e sopra le righe ce ne sono stati tanti nella storia di X-Files e questo entra di diritto nella lista dei migliori. Anche stavolta, o forse più del solito, c'è di mezzo la politica con annessi riferimenti al governo Trump e ai mass media. Darin Morgan scrive un episodio ambientato nel limbo delle cose a cui credere o non credere, un capitolo che gioca con la fantasia e con i ricordi manovrati. Quale potrà mai essere il ruolo degli X-Files in un'epoca come la nostra? Esiste realmente una fonte certa dalla quale attingere informazioni oggettive e reali? Esistono molte realtà e in X-Files è sempre stata questa la costante sottotrama; ora spetta a Mulder e Scully capire dove si trova la fonte della verità, se mai esistesse. Dopo 11 stagioni, gli autori giocano con il passato a loro piacimento e consapevoli dell'iconicità della stessa serie riescono a giocare astutamente con tutto il materiale di anni e anni. Nel bel mezzo di questo episodio a un tratto parte una nuova sigla (a cappella) modificata che include, con tanto di tesserino nominativo, anche lo strambo Reggie Something, interpretato magnificamente da Brian Huskey. In questa undicesima stagione di X-Files, partita decisamente con il piede giusto, ci sono perfino riferimenti a Ghostbusters. Èd è impagabile la scena in cui Mulder ricorda se stesso da piccolo, ma con la sua faccia da adulto, mentre guarda quello che presumibilmente è un episodio di Ai Confini della Realtà con protagonista un alieno che, nel finale, scopriamo appartenere in realtà a una serie chiamata "Il mondo Oscuro".