X-Files 11x04, "The Lost Art Of Forehead Sweat": recap e commento

Ecco il nostro recap e commento del quarto episodio dell'undicesima stagione di X-Files, intitolato "The Lost Art Of Forehead Sweat"

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Reggie Something viene inserito all'interno della storia di X-Files per sconvolgere i piani e per farci dubitare di ogni cosa, perfino dei nostri stessi ricordi. L'uomo dalla fronte sudata (qui il riferimento al titolo dell'episodio) compare prima a Mulder e poi a Scully, ma per i due agenti dell'FBI non è nessuno se non un fan esaltato di cospirazioni politiche. Reggie rivela di essere stato un vecchio collega di Mulder e Scully e di aver collaborato con loro per diversi anni: addirittura ci spostiamo nel passato e vediamo i vecchi casi dei due agenti, i quali a quanto pare non sono mai stati da soli durante le loro investigazioni. Il misterioso uomo fa cenno anche al loro ultimo caso insieme, talmente eclatante da aver portato alla chiusura degli X-Files. La teoria sulla quale Reggie basa tutta la sua storia viene chiamata "Effetto Mengele", una definizione non corretta secondo Mulder, il quale lo corregge facendogli notare come il nome del fenomeno sia in realtà "Effetto Mandela". Ma di che cosa si tratta realmente? Basta una veloce ricerca su internet per scoprire che a segnalare per la prima volta l'esistenza di questo evento è stata una certa Fiona Broome, una blogger che rimase particolarmente sconvolta nel momento in cui scoprì che Nelson Mandela era morto nel 2013. La donna ricordava chiaramente, con dettagli annessi, che fosse morto negli anni '80 in carcere, rimuovendo automaticamente dalla memoria tutti gli anni del grande uomo vissuti in libertà. Successivamente la Broome aprì un sito: mandelaeffect.com, un portale nel quale cominciarono a essere elencati altri casi di ricordi collettivi "sbagliati" (Fonte: QueryOnline).

Torniamo a X-Files. Qualcuno si prende la briga di manovrare questi ricordi, rigirarli o addirittura di nasconderli a tal punto da negarne la loro stessa esistenza. Reggie Something svela a Mulder e Scully la mente dietro tutto questo: uno scienziato chiamato Thaddeus Q. Loro. Quando pensavamo che quel Loro rimanesse solo un mistero come spesso capita in X-Files, ecco che "The Lost Art Of Forehead Sweat" svela l'esistenza di un personaggio che ha nel mezzo del suo nome proprio la parola "Loro". Inizialmente i due Agenti faticano a credere alle parole di Reggie, che nel corso dell'episodio scompare in continuazione appena sente delle sirene, consapevole che qualcuno lo stia cercando. Tutto è nel limbo, sia per gli spettatori che per Mulder e Scully, fino a che il Dott. Loro non chiama Mulder organizzando un incontro. Un appuntamento che mette ancora più a disagio il povero agente dell'FBI, dal momento che lo strano uomo non fa altro che parlare di verità nascoste, di ricordi alterati e di cospirazioni talmente grandi da cancellare eventi come l'olocausto. Nell'epoca di internet tutto questo è ancora più difficile da decifrare visto che la rete si nutre di fake news. Lo stesso dottore è riuscito a creare un video talmente folle e ben architettato da risultare veritiero, un video inserito all'interno del suo stesso blog, chiamato False Fake News. In un contesto così poco chiaro e dove è difficile comprendere cosa sia vero o no, è possibile pensare che la verità sia ancora lì fuori? Per Mulder è quasi impossibile fermare il piano laborioso e ingannevole del dottore, specialmente in un mondo dove tutti credono a tutto.

L'episodio gioca astutamente con lo spettatore e al contempo con Mulder e Scully, i quali ancora una volta vengono messi di fronte all'impossibile con qualche traccia di plausibilità tanto da convincerli ad indagare più approfonditamente, specialmente nel momento in cui Reggie Something mostra ai protagonisti due vecchi ricordi alterati del loro passato. E ancora una volta a risolvere il mistero è Scully, che attraverso qualche ricerca riesce a smontare tutte le strambe teorie dell'uomo, dichiarandolo infine pazzo. Nonostante ciò, Mulder decide di chiedere a Reggie quale fosse stato il loro ultimo caso insieme e prima di essere portato via l'uomo gli ricorda di quando loro tre incontrarono un alieno piuttosto strambo, un emissario se vogliamo, che spiegò agli agenti quanto la sua stessa razza fosse rimasta delusa dagli esseri umani, definiti da lui menzogneri, stupratori e così via. Inoltre la razza aliena sembrerebbe aver eretto una sorta di muro intorno al sistema solare così da impedire eventuali migrazioni.

Di episodi folli e sopra le righe ce ne sono stati tanti nella storia di X-Files e questo entra di diritto nella lista dei migliori. Anche stavolta, o forse più del solito, c'è di mezzo la politica con annessi riferimenti al governo Trump e ai mass media. Darin Morgan scrive un episodio ambientato nel limbo delle cose a cui credere o non credere, un capitolo che gioca con la fantasia e con i ricordi manovrati. Quale potrà mai essere il ruolo degli X-Files in un'epoca come la nostra? Esiste realmente una fonte certa dalla quale attingere informazioni oggettive e reali? Esistono molte realtà e in X-Files è sempre stata questa la costante sottotrama; ora spetta a Mulder e Scully capire dove si trova la fonte della verità, se mai esistesse. Dopo 11 stagioni, gli autori giocano con il passato a loro piacimento e consapevoli dell'iconicità della stessa serie riescono a giocare astutamente con tutto il materiale di anni e anni. Nel bel mezzo di questo episodio a un tratto parte una nuova sigla (a cappella) modificata che include, con tanto di tesserino nominativo, anche lo strambo Reggie Something, interpretato magnificamente da Brian Huskey. In questa undicesima stagione di X-Files, partita decisamente con il piede giusto, ci sono perfino riferimenti a Ghostbusters. Èd è impagabile la scena in cui Mulder ricorda se stesso da piccolo, ma con la sua faccia da adulto, mentre guarda quello che presumibilmente è un episodio di Ai Confini della Realtà con protagonista un alieno che, nel finale, scopriamo appartenere in realtà a una serie chiamata "Il mondo Oscuro".

Ed è proprio su questa ambiguità nel ricordare una cosa, un nome, un titolo o un evento che X-Files pone un interrogativo più grande: "e se in realtà avessimo ragione noi?" Tra realtà e illusione, X-Files ci regala un episodio divertente, inquietante e talmente paradossale da risultare in più punti credibile e sfrontato.

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