X-Files 11x02, "This": recap e commento
Ecco il nostro commento e recap del secondo episodio dell'undicesima stagione di X-Files
Un messaggio complicato da decifrare, ma non per i due protagonisti che, dopo aver combattuto contro un trio improbabile, riescono a fuggire anche dalle grinfie di quella che sembra essere una compagnia privata che ha addirittura il predominio sull'FBI. Passo dopo passo, i due agenti cercano di capire cosa si nasconde dietro al messaggio criptato e, anche grazie all'aiuto di Skinner che in maniera sempre più enigmatica confonde loro e gli spettatori, cercano di andare più a fondo sulla questione del loro amico morto ormai 14 anni fa. Dopo essere andati al cimitero di Arlington, luogo di sepoltura dei tre Pistoleri Solitari, per Mulder e Scully inizia un quiz degno dell'iconico trio della serie. Avendo notato che le loro lapidi presentano le date di nascita e di morte errate e che inoltre la lapide di Langly punta verso una direzione sbagliata, la coppia di investigatori trova un indizio piuttosto interessante (un medaglione con un QR Code)... ma prima di arrivare a questo si imbattono anche nella tomba di Deep Throat, storico personaggio della serie interpretato da Jerry Hardin. In questo frangente inaspettato Mulder scopre che il vero nome dell'ex agente della CIA è Ronald Pakula. Il nome usato è un riferimento al noto regista Alan J. Pakula? Chissà, ma se fosse così la cosa non ci sorprenderebbe visto che il suddetto è stato regista della cosiddetta trilogia della paranoia, battezzata con "Una Squillo per l'Ispettore Klute", e seguita poi da "Perché un assassino?" pellicola sull'assassinio di Kennedy visto in chiave di cospirazione politica, e conclusasi poi con il più celebre "Tutti gli Uomini del Presidente", che descrive la vicenda dello scandalo Watergate. Questi sono tutti argomenti che molto spesso abbiamo ritrovato e continuiamo a ritrovare in X-Files, perciò il paragone non ci sembra poi così inappropriato.
E la risposta è un po' al centro di questo episodio che in quaranta minuti mostra momenti d'azione nei quali Mulder e Scully cercano di sopravvivere (e lo fanno anche bene) e momenti che riportano alla mente dei fan storici ricordi inimmaginabili. Quello che la Hamby rivela ai due prima di morire è che il messaggio arrivato non è altro che una simulazione virtuale di Langly; la sua coscienza è stata infatti caricata all'interno di una simulazione che prende vita solo dopo la morte. Langly temeva ci fosse la possibilità che le promesse fatte a lui e alla Hamby di vivere una vita eterna oltre la morte fossero in realtà delle menzogne. E infatti è proprio grazie a questa sfiducia di partenza che è riuscito a comunicare con Mulder. Successivamente, grazie all'aiuto della Hamby, i due riescono a mettersi in contatto con Langly, che spiega loro di vivere in una sorta di paradiso apparente che non è altro che un'enorme bugia, sebbene all'interno di questo cyber-mondo siano presenti i Ramones, Steve Jobs e Michael Crichton. Langly invita i due agenti a distruggere il server principale di questo esperimento ed è infatti al Long Lines Building che l'episodio arriva al suo culmine. Tra combattimenti e fughe per le scale antincendio del palazzo, Mulder finisce per essere ammanettato dal capo russo della Purlieu Services, che lo conduce da Erika Price, il personaggio misterioso che il pubblico ha conosciuto nello scorso episodio e che ancora una volta invita Mulder a guardare al mondo con occhi diversi. Ma un'evoluzione tecnologica di questo tipo è l'ultima delle priorità per Mulder. Nel frattempo Scully arriva al server principale disattivandolo completamente. Al termine, Mulder e Scully vanno via dalla stanza ritornando poi in un secondo momento con altri agenti dell'FBI, tempo necessario per ritrovare l'ufficio vuoto senza le macchine. Classico finale alla "X-Files" con un'enorme incognita, anche se questa volta abbiamo la certezza che Langly sia ancora all'interno della simulazione, questo perché Mulder e Scully non si sono appropriati del backup. Ovviamente la misteriosa Erika Price è riuscita a fuggire.