X Factor 11, le audizioni: il coraggio di essere se stessi

A giudicare dalla prima puntata di audizioni l'undicesima stagione di X Factor sarà tutta musica e pochi fronzoli

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Il coraggio di essere se stessi, questo è il motto con cui si apre la prima puntata della nuova edizione di X Factor, giunto quest’anno all’undicesima edizione.
I primi fotogrammi ci mostrano Alessandro Cattelan che si libra in una galleria del vento verticale, forse una metafora di ciò che è l’obiettivo di questa stagione: volare alto.

Ed in effetti il livello di questi primi candidati che vediamo alle Audizioni è davvero notevole, proprio come era stato preannunciato. Tanti i giovani che sembra abbiano l’X Factor che i nostri giudici stanno cercando, al punto che proprio la nuova arrivata Levante, nell’accogliere gli aspiranti concorrenti, esclama "entri il primo artista", come se già sapesse che sta entrando qualcuno di speciale.

La rinnovata giuria è variegata per tipologia e per età e quindi è probabile che sia la più equilibrata mai vista. Mara Maionchi, Manuel Agnelli, Levante e Fedez sono quattro professionisti che lavorano con la musica, basta personaggi dello spettacolo che improvvisano giudizi basati più su valutazioni estetiche o di impatto sul pubblico, adesso la musica è protagonista assoluta. La Maionchi è di sicuro il ritorno più gradito che si potesse desiderare e ha riportato dietro al bancone dei giudici tutta l’ironia e il sarcasmo che in questi ultimi anni ci erano un po’ mancati. Ma in un clima idilliaco e di serenità è proprio lei la protagonista del primo episodio di incazzatura feroce. Arrivano sul palco i Noiserz, giovane band napoletana che, presentandosi con un nome improbabile e un brano inedito in inglese, scatenano l’ira funesta della discografica che si lancia in un’invettiva senza precedenti verso il mercato musicale inglese e americano colpevoli di avere affossato quello nazionale. Se la prende con quei quattro poveretti che sono sul palco in attesa di esibirsi, li invita a sognare di vincere il totocalcio anziché sognare di superare le audizioni, perché per quello bisogna lavorare duro e basta. E magari anche cantare in italiano. Agnelli si schiera dalla parte di Mara mentre Fedez ribadisce che ognuno ha il diritto di esprimersi nella lingua che vuole, poi i quattro finalmente suonano e cantano entusiasmando tutti e allora Mara si deve ricredere e aggiungere il suo sì a quelli degli altri tre suoi colleghi.

Anche Agnelli, però, ha avuto ieri sera i suoi cinque minuti di giramento di zebedei nel momento in cui, dopo avere criticato un sessantenne stonato come una campana, è stato accusato dallo stesso di non capire nulla della vita. "Tu sei un rockettaro, ma in altri contesti posso insegnarti qualcosa io", così l’arzillo compositore e cantante over ha apostrofato il giudice, irritando anche tutto il pubblico che, al grido di “fuori, fuori”, ha smorzato sul nascere le velleità artistiche dell’inquieto tipetto. Ma il colpo di grazia glielo ha dato Mara Maiochi esclamando “non è che sei stonato, sei proprio una pippa”. E davanti a Mara nessuno osa ribattere.

Serata di vivaci alterchi ma anche di lacrime. Levante, alla sua prima esperienza di X Factor, si commuove durante l’esibizione di Noemi, una giovane siciliana artista di strada che, accompagnandosi con un mini-piano, propone una sua personale versione di Fix you dei Coldplay. Ma quando poco dopo sale sul palco il sedicenne Andrea che con il rap racconta la sua toccante vicenda familiare, tra i giudici le lacrime iniziano a scorrere a fiumi. Anche la Maionchi è profondamente colpita e preferisce non commentare, così il ragazzino si aggiudica quattro sì e scoppia in un pianto liberatorio. Per la “sezione emozione” abbiamo anche Rita, una ventenne con un’infanzia trascorsa tra collegi e comunità e un timbro vocale che Agnelli definisce unico e che passa immediatamente al turno successivo con il benestare di tutta la giuria. C'è poi anche Samuel, ragazzo nigeriano che suonando la chitarra canta un suo inedito che potrebbe già diventare una hit radiofonica.

L’emozione quest’anno premia. Manuel Agnelli sostiene che i cantanti devono emozionarsi perché altrimenti non trasmettono nulla, e premia tutti quelli che non hanno paura, sul palco, di mostrare la loro fragilità e di cantare con il cuore prima ancora che con la voce. Si portano a casa quattro sì anche l’italo-filippina Camille che si è esibita cantando e rappando al pianoforte e una sua coetanea di nome Alessandra, con apparecchio ai denti e molto somigliante a Janis Joplin, come fa notare l’ospite di passaggio della serata Giusy Ferreri, raggiante ed in dolce attesa.

Ma a parte i momenti strappalacrime, abbiamo apprezzato il gruppo dei Maneskiin - a cui la Maionchi ha chiesto da quanto tempo avessero terminato le scuole medie - dotato di frontman giovanissimo e di bassista donna e che nonostante la verdissima età ha ottenuto l’approvazione unanime dei quattro giudici. A noi sono piaciuti particolarmente gli Heron Temple, un interessantissimo duo palermitano che ha avuto anche la standing ovation del pubblico.

Ok direte, tutti bravi, travolgenti e dal talento innato, ma le schifezze non ci sono? Ma certo, anche se per ora non abbiamo ancora visto casi disperati, tuttavia qualcuno da riciclare nello Strafactor lo abbiamo già individuato. Prima tra tutti Nizzil Jimenez, una simpatica ragazza orientale che, recitando la parte di un’invasata, ha impunemente massacrato “Se stasera sono qui” di Luigi Tenco, e anche se è stata rispedita al mittente, bisogna riconoscere che è stata molto divertente ed ha proprio una gran voce.

Voce non pervenuta invece per un tremendissimo tizio che ha rimaneggiato il nostro inno nazionale cantandolo in maniera pietosa; poco convincente anche l’esibizione di un certo Andrea che nel ritornello del suo brano Eleonora, nome che, secondo lui, fa rima con trattore e amore, rivolge alla fanciulla in questione l’esplicito invito “fammi arare”.

E se Francesco, in arte Frank Hitch, ci canta una micidiale traduzione letterale di Light my fire, la categoria dei rapper è quella che per il momento se la passa peggio. L’imbestialito Mister Evil Mc, il cui nome fa subito alterare la Maionchi che neppure capisce come questo si chiami, con il suo orrido brano Fuoco dal micro, scatena i fischi del pubblico. Il momento topico lo raggiungiamo quando Manuel Agnelli fa la battuta migliore della serata. L’attento giudice, dopo avere malamente sopportato l’esibizione di una band che canta una versione stravolta di My heart will go on dice che è proprio un vero peccato che non fossero loro l’orchestra che suonava sul Titanic. Magari Elio troverà anche per questi un posticino tra i i suoi rifiuti organici dello Strafactor.

Per ora questo X Factor tutto musica e pochi fronzoli ci piace. Appuntamento a giovedì prossimo.

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