X: A Sexy Horror Story, la recensione

La nostra recensione di X: A Sexy Horror Story, film horror scritto e diretto da Ti West e con protagonista Mia Goth.

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La recensione di X: A Sexy Horror Story, al cinema dal 14 luglio

Ha il mood dell’horror slasher e l’ambizione erotica del porno d’autore, eppure X: A Sexy Horror Story non è né abbastanza sexy né abbastanza horror per essere ciò che vorrebbe. Un po’ come se rimanesse sempre in attesa su un’immaginaria linea di partenza, oltre la quale il potenziale narrativo e linguistico si intravedono ma non si raggiungono mai (e che peccato), X: A Sexy Horror Story si veste di suggestioni e indizi senza soddisfare mai le aspettative che crea. 

Scritto e diretto Ti West (regista fedelissimo al genere), il film usa come attraente promessa il suo finale, stuzzicando la curiosità con un’inizio dove vengono mostrati due poliziotti che arrivano sulla scena di un massacro presso una calma fattoria texana. Questo breve flashforward è ciò che più di ogni altra cosa costruirà l’intera (ben poca) tensione del film, proponendoci subito dopo l’arena dei personaggi. La linea narrativa è semplicissima: una piccola troupe (la protagonista è Mia Goth) che deve girare un film porno si reca presso una fattoria, ma gli anziani vicini di casa, inquietanti e scorbutici, li inquietano e li osservano sempre di più… saranno da loro attratti o ripugnati?

Ti West sembra iniziare con le idee molto chiare, soprattutto nell’idea estetica (che alla fine è ciò che nel film sembra comandare) che propone per ricercare la giusta atmosfera. Tra transizioni anni Settanta - il film è ambientato nel 1979 -, l’alternanza dei formati (con la scusa diegetica della macchina da presa usata dalla troupe), e lampi improvvisi di montaggio parallelo, X: A Sexy Horror Story in effetti in questo modo si propone di portare avanti l’idea più interessante che ha: come la macchina da presa cambia la realtà, anche il porno è una performance. In tutto questo l’orrore però non si sa bene dove collocarlo, e così la suggestione di una certa linearità tra cinema-porno-horror si fa sempre più sfilacciata fino a sfociare nel vero e proprio ridicolo involontario.

Se c’è infatti una cosa che sembra far andare X: A Sexy Horror Story fuori dai suoi stessi binari più di ogni altra è l’ambiguità eccessiva con cui guarda tutti i suoi personaggi: questi, infatti, non solo sembrano pupazzi in preda ad istinti imprevedibili (indizi di scarsissima caratterizzazione, non di una loro peculiarità), ma sono ambigui proprio nel modo in cui Ti West li guarda e cerca di raccontarceli. Verso i due anziani soprattutto, che dovrebbero essere due figure chiave per l’innesto dell’intero messaggio (che poi si va a schiantare contro un muro di banalità disarmante), il film alterna ribrezzo, ironia, disgusto, orrore, senza sapere mai veramente cosa farsene di tutta quella attraente potenzialità.

Siete d’accordo con la nostra recensione di X: A Sexy Horror Story? Scrivetelo nei commenti!

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