X-23 vol. 1: Album di famiglia, la recensione

La nuova serie delinea una X-23 sempre più protagonista del sottobosco mutante

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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È tempo di leggere anche in Italia il fresh start di X-23, serie dedicata a Laura Kinney. Con il ritorno dalla morte di Logan, il clone al femminile (e figlia adottiva) del mutante artigliato riprende il vecchio nome di battaglia e intraprende una nuova missione: stanare e arrestare qualunque progetto legato alla clonazione. In questa avventura, la ragazza è affiancata da sua “sorella” Honey Badgers, alias Gabby.

Abbandonato il manto di Wolverine, Laura mette a disposizione i suoi artigli affinché nessun altro debba vivere le stesse esperienze che hanno segnato il suo tragico passato. Sin dalle prime battute è chiaro che Mariko Tamaki (Hulk) si ponga in continuità con il lavoro di Tom Taylor, mettendo in scena la naturale prosecuzione di quanto letto sulle pagine di All-New Wolverine. Emerge il ritratto di una donna che ha accettato la sua natura e abbracciato l’eredità del padre.

Se da un lato il percorso di crescita sostenuto da X-23 ha fatto sì che accettasse il suo posto nell’Universo Marvel – vedi il rapporto con Hank “Bestia” McCoy e la sua frequentazione della X-Mansion – dall’altro è ancora evidente il suo spirito solitario, così come il disagio che prova nell’aprirsi con Gabby: persino condividere la data del compleanno diventa qualcosa di estremamente fastidioso. Partendo da questi elementi, la Tamaki concentra il primo arco narrativo contenuto nel brossurato edito da Panini Marvel Italia - intitolato Due compleanni e tre funerali - sul dualismo delle sorelle, ne analizza e approfondisce il rapporto tra siparietti ora comici, ora drammatici.

X-23 #1, anteprima 02

Indubbiamente, far parte di una famiglia e tutte le conseguenze legate a questa scelta rappresentano il cuore pulsante del racconto, arricchito da una solida componente action che conferisce ritmo alla lettura; sottotraccia, però, la scrittrice di E la chiamano estate… declina con delicatezza ed eleganza il tema portante dello storyarc applicandolo a dei cloni. In tal senso, la scelta di far affrontare le Naiadi di Stepford è indicativo della volontà della scrittrice: diversi sono i punti comuni con le sorelle nate dalle cellule di Emma Frost, sebbene appaia diversa la maniera con cui sfruttano i loro poteri.

"Emerge il ritratto di una donna che ha accettato la sua natura e abbracciato l’eredità del padre."In chiusura, il volume presenta la storia Operazione: Un clone alle elementari, un racconto in cui Laura e Gabby spostano il loro campo d’azione in una scuola. Rispetto alla profondità delle storie precedenti, queste pagine sono segnate da toni decisamente più leggeri; la lettura resta comunque piacevolissima anche in questa dimensione. Il merito – è doveroso sottolinearlo – è anche della componente artistica, affidata a Juan Cabal, Marcio Fiorito e George Duarte.

L’interpretazione di Cabal è notevole: le sue scene d’azione sono esplosive, coinvolgenti e ricche di dettagli. A questo dobbiamo aggiungere la capacità di trasmettere enfasi anche nelle fasi di dialogo; ammalianti, le sue donne sono protagoniste assolute della scena. Buona anche la prova di Duarte, il cui tratto cartoony è perfetto per esaltare le atmosfere da teen drama del capitolo conclusivo.

Grazie all’ottimo lavoro del team creativo, la personalità di Laura è sempre più delineata e definita, riuscendo a splendere di luce propria e facendo passare in secondo piano il ritorno dalla morte di suo padre.

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