Wrath of Man - la furia di un uomo, la recensione

Wrath of Man è un film semplicemente svogliato e che della sua serietà a tinte dark non sa realmente che farsene

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Wrath of Man, la recensione

E chi lo direbbe che dietro Wrath of Man si nasconde Guy Ritchie? Il regista inglese maestro di filmscanzonati, senza esclusione di colpi e di equivoci, che ha fatto del caper movie (il film sulla rapina) il suo identikit autoriale (e con i suoi Sherlock Holmes ha cristallizzato il suo stile), con Wrath of Man si prende invece dannatamente sul serio, facendosi travolgere da un’intenzione dark ed esistenzialista che non ha affatto la profondità che pensa di avere e che, peccato mortale, non riesce nemmeno a coinvolgere.

Eppure l’ironia è stata il suo pane fino a ieri (The Gentlemen, per quanto non fosse perfetto, era esattamente quel Ritchie), e il divertimento - spesso dei personaggi, quasi sempre dello spettatore - una sicurezza a prescindere. In Wrath of Man invece Ritchie tiene sì i suoi classici gruppi di criminali, la struttura narrativa ad incastro (un puzzle narrativo da risolvere) e il gioco delle parti ma su questi non mette niente di suo, svuotando di intenzione dissacrante e di voglia di intrattenere ogni singola sequenza.

Non è certo colpa di Jason Statham, che qui fa esattamente il Jason Statham da action movie sporco e cattivo (l’eroe duro che non ha più niente da perdere ma tanta voglia di fare il mazzo a chiunque si intrometta sul suo cammino) se Wrath of Man ha qualcosa che non torna. Il problema è che in questa storia di vendetta il protagonista viene subito svelato per quello che è, e dopo una mezz’ora di lentissima introduzione nel mondo dei furgoni portavalori e dei suoi maschi alfa capiamo perfettamente che H è finito a fare quel lavoro per un motivo preciso e che la normalità andrà presto a farsi benedire.

Prevedibile, quindi, ma soprattutto banale, ed è qui che Ritchie ci ferisce davvero.Non solo perché le svolte, i personaggi, i dialoghi e la morale sono di una elementarità sconcertante, ma perché nemmeno con questa elementarità, che lascerebbe spazio alla sola regia, Ritchie riesce a fare del buon intrattenimento. O meglio, è buono ma non è mai memorabile, interessante.

Per carità: una sequenza che interviene a tirarci su il morale e a scuoterci la spalla c’è, ed è infatti quella in cui si deve sparare alla grande e fare piazza pulita. Ecco, solo lì Ritchie ci fa vagamente ricordare chi è, e tra un montaggio di precisione e una fluidità semplicemente effortless in cui giostra mille punti di vista alla fine si porta a casa il lavoro. Per il resto, tuttavia, Wrath of Man perde tutto il suo tempo a mostrarci preparativi, piani, a farci vedere quanto cattivi sono i cattivi e quanto è arrabbiato Jason Statham con un’ingenuità disarmante.

Wrath of Man è allora, alla fine dei conti, un film semplicemente svogliato, che non ha davvero nulla da dire e che della sua serietà a tinte dark non sa realmente che farsene. Noi, purtroppo, men che meno.

Siete d’accordo con la nostra recensione di Wrath of Man? Scrivetelo nei commenti!

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