World War Z, la recensione
Arriva in sala World War Z, il kolossal di Marc Forster con Brad Pitt: l'apocalisse zombie senza un goccio di sangue, ma con tanta tensione...
Di World War Z abbiamo parlato, qui su BadTaste.it, sin da quando è stato annunciato l'adattamento. Abbiamo seguito le numerose vicissitudini attraversate dalla produzione: problemi con il budget, ritardi e rallentamenti, l'ormai nota riscrittura del terzo atto e le lunghe riprese aggiuntive. Vicende che, trattandosi di un kolossal ad alto budget prodotto e interpretato da Brad Pitt, sono finite anche su giornali più "generalisti" e finendo per inficiare le aspettative che precedevano l'uscita del film (soprattutto per quanto riguarda la stampa).
Nel caso di World War Z, la Paramount Pictures aveva dichiarato da subito di voler fare un blockbuster di intrattenimento ad alto budget con un rating PG-13, quindi con poco sangue e splatter, nonostante l'ambientazione post-apocalittica in un mondo invaso da zombie assetati di carne umana. Al di là della bontà o meno dell'operazione, l'obiettivo è sembrato da subito ambizioso e difficile da raggiungere, tanto che i problemi della produzione non hanno stupito nessuno (anche perché Marc Forster non è nuovo agli sforamenti di budget). Ma il risultato non è il disastro che si temeva.
Ed è proprio il taglio internazionale della storia l'aspetto più interessante: mentre chi può si rifugia sulle portaerei, Gerry Lane, motivato dalla necessità di trattenere la moglie e le due figlie al sicuro al largo dalla costa (personaggi che non hanno altro scopo oltre a questo), si reca in Corea del Sud, Israele e infine in Irlanda, in una vera e propria corsa contro il tempo. Gli incontri/scontri con gli zombie, poi, dimostrano una cosa: Forster NON è un regista d'azione (la riconversione in 3D, poi, non aiuta), ma è perfettamente in grado di creare tensione thriller anche grazie alla cupa fotografia (ricca di giochi con i neon) di Ben Seresin e la colonna sonora di Marco Beltrami.
Certo, le situazioni al limite del surreale sono diverse: la morte di un personaggio fino a pochi minuti prima considerato "chiave" è quasi comica, così come l'intera sequenza in aereo, pur spettacolare, è davvero improbabile nella sua risoluzione; inoltre in Corea un personaggio ignorato da tutti finisce per essere quello che dà le indicazioni corrette al protagonista. Il tutto però risulta scorrevole, con alcuni passaggi gestiti in maniera per nulla banale, come l'intera sequenza in Israele e, poco prima, una terrificante fuga in bicicletta.
Una postilla, infine, sul 3D: mai come nelle ultime settimane le riconversioni si sono rivelate inutili e, addirittura, controproducenti. Dopo L'Uomo d'Acciaio, anche World War Z è piagato da un riconversione semplicemente inutile e contraria alla visione del regista. Noi abbiamo visto il film con occhiali XpanD, solitamente ottimi, ma al di là di qualche effetto pop-up il 3D sembra utile solo a distrarre dall'azione. Il film poi è spesso buio e cupo, e ormai sappiamo che con scarsa illuminazione il 3D funziona ancora meno.