Wonka, la recensione
La nostra recensione di Wonka, il film diretto da Paul King con protagonista Timothée Chalamet, al cinema dal 14 dicembre
La recensione di Wonka, il film di Paul King con Timothée Chalamet al cinema dal 14 dicembre
In questo film di Roald Dahl non c’è niente. Anche le parti più ciniche come il rapporto con la chiesa o la collusione della polizia non hanno il tono del cinismo di Dahl. Ci sono i suoi personaggi, ma non c’è mai la sua scrittura o il suo spirito, soprattutto non c’è il mondo intorno ai personaggi, i bambini viziati e i genitori insopportabili. Non c’è un’idea di società ma solo una di avventura (la solita) in cui ogni tanto spunta un guizzo più centrato degli altri e si nota subito. Ma se fin qui Wonka è un film comunque corretto, solo un po' spento nell'inventiva, davanti al quale ci si può comunque divertire, è inspiegabile perché si avvicini così tanto al musical di Broadway senza però mai tradurlo davvero. In certi casi ne imita anche le luci da palco ma poi non ne vuole catturare l’insopprimibile gioia di vivere del cantato e ballato. I numeri sono mosci e messi in scena senza troppa voglia, sia come coreografie che come regia, sempre ordinaria, simile a quella delle scene senza musica, mai divertita o appassionata.
Rimane una fiducia smodata in un comparto scenografico e di costumi che avvicinano Wonka al Dick Tracy degli anni ‘90 (con il musical al posto dell’hard boiled) più che a Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Non somiglia alla storia che poi vedremo ma è un prequel d’azione e avventura. In questo senso può piacere, è pensato per un pubblico ampio e ha pure qualche gag di gran gusto. Ma proprio il Wonka di Chalamet è un altro personaggio rispetto a quello che conosciamo. Ha il fisico asciutto e il volto pulito da alta società con ambizioni bohémien, gli abiti e un fare cosmopolita da gentleman inglese di buone letture e idee progressiste di ritorno da un anno sabbatico. È un cittadino del mondo che ha viaggiato con un po’ di spirito colonialista, imparando, rubando e riportando in patria quel che ha visto e sentito per farne un affare. Elegante nella povertà, signorile nelle difficoltà, è un portatore di gusto snob senza un carattere suo. Un “eroe”, simile a Phileas Fogg di Il giro del mondo in 80 giorni. Che non è proprio quel che Willy Wonka era…
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