Wondercity 8: Le verità nascoste, la recensione
L'ottavo numero di Wondercity è quel che ci si aspetta da un finale di stagione: epico
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
L'ottavo numero di Wondercity è quel che ci si aspetta da un finale di stagione: epico. Le verità nascoste potrebbe benissimo essere l'episodio conclusivo di una serie televisiva, dove solitamente assistiamo a un dispiego di mezzi produttivi superiore a quello delle puntate precedenti. Il Fumetto non deve sottostare agli stessi limiti di budget, ma il grandeur visivo di questo capitolo riesce a superare tutto quel che abbiamo visto finora.
Fabrizio Capigatti tira le fila delle sottotrame della prima stagione rendendo tutto molto scorrevole. Anche il combattimento risolutivo ha il respiro che merita, risultando sontuoso ed esaltante. L'unica nota leggermente stonata è l'introduzione di un sodalizio che ci risulta leggermente affrettato, il cui sviluppo avrebbe probabilmente meritato un albo aggiuntivo, così da preparare al meglio la strada per il gran finale.
"L'ottavo numero di Wondercity è quel che ci si aspetta da un finale di stagione: epico."L'ottava Tales of Wonder si intitola La morte è meravigliosa, parafrasando il celebre film di Frank Capra, e vede Giovanni Gualdoni tornare alla sceneggiatura (che sia un episodio creato a metà anni Duemila e rimasto nel cassetto finora?) affiancato ai disegni da Giulia Zucca.
La storia breve sfrutta un intelligente espediente narrativo per raccontarci una vicenda apparentemente slegata dai personaggi che conosciamo. Il tutto risulta godibile anche autonomamente, ma conoscendo il mood di questi corti continuiamo a interrogarci su come tutto finirà per ricollegarsi al cast principale... fino a quando questo non avviene in modo decisamente intrigante.
A questo punto, ci soffermiamo speranzosi su quel "Fine stagione 1 - Continua nella stagione 2" in calce all'ultima tavola, confidando che l'attesa sia meno dolorosa di quanto lo sono stati questi ultimi dodici anni di pausa di Wondercity.