Wonder Woman: Terra morta 1, la recensione
In Wonder Woman: Terra morta, Daniel Warren Johnson riesce a cogliere lo spirito del personaggio e presentarci un racconto dalla forte componente umana
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Negli ultimi anni, Daniel Warren Johnson si è imposto all’attenzione del pubblico con lavori caratterizzati da un’ottima qualità: sia Extremity che Murder Falcon, infatti, riuscivano nell’intento di raccontare una storia fatta di drammi esistenziali, azione, violenza, risultando sempre coinvolgente ed emozionante. Con queste credenziali, l’attesa per l’uscita anche in Italia del primo numero della miniserie Wonder Woman: Terra morta era altissima. Dopo aver letto il primo capitolo dell’opera, non possiamo non confermare che il fumettista statunitense non ha tradito le aspettative e, anzi, ha saputo regalarci l’ennesima dimostrazione del suo incredibile estro.
Il disegnatore di Ghost Fleet è bravo nel non svelare da subito cosa sia successo in questo futuro distopico alla Mad Max, riuscendo a tenerci incollati alla lettura. A tutto questo, aggiungiamo una massiccia dose di azione, battaglie cruente e un pizzico di irriverenza che ci regalano alcuni passaggi in apertura di volume davvero notevoli (speriamo di scoprire cosa sia successo a Batman).
Dirompente, appassionante, commovente, il brossurato edito dalla Panini è reso ancora più accattivante da un’ottima componente artistica: lo abbiamo evidenziato nelle precedenti occasioni e non possiamo non esaltare anche in quest’occasione la grande versatilità di un fumettista capace di catturare sul foglio le molteplici anime della sua sceneggiatura: paura e disperazione lasciano spazio progressivamente alla rabbia, alla determinazione e alla compassione della Nostra, in una trasformazione del personaggio (e del racconto) resa evidente anche dalle colorazioni di Mike Spicer.
In chiusura, sottolineiamo il bel formato con cui viene proposta in Italia la miniserie. Adesso, aspettiamo trepidanti il prossimo numero per avere la conferma di trovarci di fronte a un ottimo prodotto e a un’artista che farà parlare di sé ancora per molto tempo.
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