Women Talking - Il diritto di scegliere, la recensione
Dietro a Women Talking c'è l'idea di usare un'allegoria che ne contiene molte altre per rappresentare il dibattito femminista odierno
La recensione di Women Talking - Il diritto di scegliere, il film di Sarah Polley, dall'8 marzo al cinema
È una storia di donne che vogliono cambiare la propria condizione, uscire dal medioevo e magari abbandonare proprio la società fondata agli uomini in cui sono tenute ignoranti (nessuna di loro sa leggere o scrivere), si abusa di loro e non contano granché. Mettere in discussione cosa fare per smettere di subire è anche l’occasione proprio per mettere in discussione le fondamenta della società in cui vivono e rendersi conto che non per forza questa vada accettata. L’ottima idea è che quella società a noi sembra subito sbagliata perché antiquata nei presupposti, ma è chiaro che ogni dettaglio fuori dal tempo e sbilanciato il film lo presenta come qualcosa che esiste anche nei nostri mondi più avanzati, solo in altre fogge.
A deludere semmai è la visione monodimensionale del problema. Il film cerca di non generalizzare utilizzando un tipico artificio da cinema americano, cioè il “diverso”, la persona che non è come gli altri. Ma per l’appunto è un artificio e una foglia di fico. Il film generalizza effettivamente e se non sbaglia nel dipingere una società ingiusta con le donne, semplifica nel parlare e considerare gli uomini come una categoria umana unica, immaginando l’essere maschi come un virus che si trasmette anche ai bambini molto in fretta e dal quale, una volta contaminati, non possono più essere liberati. Così se è interessante il confronto interno alla comunità femminista (e non) e provocatorio al punto giusto il finale (senza contare che ci sono immagini molto ben congegnate come l’equivalenza tra la violenza delle armi e quella della posizione all’interno di una società), Women Talking fa fatica a rinunciare alla sua natura di film militante e così, con un approccio manicheo, spegne un po’ del potenziale riflessivo che invece avrebbe in canna.