Women in Blue (Las Azules): la recensione
Women in Blue (Las Azules) è una piacevole sorpresa, ma rischia anche di perdersi nel mare magnum dell'offerta dei servizi streaming
La serie Women in Blue (Las Azules), che debutterà mercoledì 31 luglio su Apple Tv+ , con i primi 2 episodi su un totale di 10 da cui è composta la 1^ stagione, creata da Pablo Aramendi e dal regista Fernando Rovzar, vincitore dell'Emmy per la serie Sr. Ávila, è un prodotto davvero piacevole in un panorama invaso di serie americane, ma è anche probabilmente destinata a perdersi tra le tante, troppe proposte dei servizi streaming.
Nonostante Apple spenda miliardi di dollari all'anno in programmazione originale, che continua a ricevere ottime recensioni e molte nomination ai premi, il suo servizio streaming attira solo lo 0,2% di pubblico negli Stati Uniti, generando meno visualizzazioni in un mese di quante Netflix ne faccia in un giorno il che, come comprensibile, è un problema che prima o poi doveva essere affrontato.
Di cosa parla Women in Blue (Las Azules)
Destinata forse al dimenticatoio, anche se non lo meriterebbe, troviamo quindi anche Women in Blue (Las Azules), ambientata nel 1971, che racconta la storia di 4 donne, Maria (Bárbara Mori), Angeles (Ximena Sariñana), Valentina (Natalia Téllez) e Gabina (Amorita Rasgado) che decidono di entrare nel corpo di Polizia di Città del Messico, proprio in un momento in cui tutte le donne vivono nella paura a causa di un serial killer che miete vittime ed a cui viene dato il nome di The Undresser.
L'evoluzione delle protagoniste di Women in Blue (Las Azules)
Dal punto di vista della scrittura, l'evoluzione delle protagoniste di Women in Blue (Las Azules) è sicuramente ben riuscita, facendo di questa serie un ottimo prodotto, a tratti forse eccessivamente ingenuo, ma nel complesso interessante, soprattutto quando racconta la storia delle 4 protagoniste che da sconosciute diventano amiche, condividendo i pericoli del proprio mestiere, ma anche gli alti e bassi della loro vita personale, fatta di persone che, per lo più, non credono in loro e nel loro desiderio di trovare un'identità diversa da quella di madri o figlie, dimostrando al mondo di poter fare bene, se non meglio, dei propri colleghi maschi.
Tra tutte spicca in particolare il personaggio di Maria, a cui viene lasciato maggiore spazio, che da casalinga decisamente frustrata e moglie un po' illusa si trasforma in una persona sempre più sicura di sé, non solo nell'ambito del suo lavoro, ma anche in quello familiare, che cambierà radicalmente dalle prime all'ultima puntata.
Nonostante uno degli scopi principali della serie sia sottolineare il sessismo delle istituzioni governative, non c'è alcuna fastidiosa forzatura nel modo in cui questo genere di argomenti viene trattato, tanto che spesso l'ironia fa da perfetto veicolo a quello che è uno dei suoi temi principali, senza dare la sensazione di voler impartire al pubblico l'ennesima lezione, e spesso fa da perfetto contraltare alla violenza mostrata nella serie, che resta comunque anche un'interessante indagine su un serial killer.
Se la storia è quindi una buona motivazione per essere attratti da una serie come Women in Blue (Las Azules), scoprirete che ciò che vi farà rimanere saranno le sue protagoniste, le loro vicende personali, la loro trasformazione e la tenacia con cui affronteranno un ruolo che in pochi credevano potessero ricoprire, men che meno tanto degnamente.
Women in Blue (Las Azules) debutterà su Apple Tv+ con i primi 2 episodi mercoledì 31 luglio, per poi rilasciare un episodio ogni settimana.