Wolfwalkers, la recensione | TIFF 20
La recensione di Wolfwalkers, nuovo film animato diretto da Tomm Moore e Ross Stewart, presentato al Toronto Film Festival e in arrivo su Apple TV+
Al centro della trama ci sono un padre, un cacciatore chiamato Bill, e sua figlia Robyn (Sean Bean e Honor Kneafsey). L'uomo è stato ingaggiato per liberare l'area da un branco di lupi, ma quando la ragazzina incontrerà Mebh (Eva Whittaker), la cui madre - che ha dei poteri da guaritrice - si è trasformata in un lupo ed è andata nella foresta facendole temere il peggio, la loro vita cambierà per sempre. Robyn, che è cresciuta senza una mamma, la capisce e le promette di aiutarla, mentre la situazione dei lupi e della foresta è sempre più difficile.
Il lungometraggio animato realizzato da Moore e Stewart è visivamente affascinante e incredibilmente ricco di dettagli e dinamismo. Dalla cura con cui si sono delineati i luoghi in cui si svolgono gli eventi alla bellezza delle sequenze in cui gli esseri umani si spostano all'interno dei corpi dei lupi, senza dimenticare una buona dose di magia e ammirazione nei confronti della natura, il film conquista gli occhi e il cuore degli spettatori.
Come accaduto con il precedente La canzone del mare, il lungometraggio può inoltre contare sulle splendide musiche firmate da Kila e Bruno Coulais e propone un passaggio sulle note di un affascinante riarrangiamento del brano Running with the wolves interpretato da Aurora, già protagonista nel mondo dell'animazione grazie a Frozen II - Il segreto di Arendelle.