Wolfs - Lupi solitari, la recensione: Clooney e Pitt hanno appena inventato il film di sguardini

La base di Wolfs è la commedia d'azione in cui Jon Watts eccelle, ma sotto c'è un esperimento molto interessante sulla personalità che i grandi attori creano in un'intera carriera

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

Se non esiste la categoria di “film di sguardini tra protagonisti che se la intendono”, Wolfs - Lupi solitari l’ha appena creata. Non c’è evento del film, svolta o decisione che non implichi che George Clooney e Brad Pitt si scambino uno sguardino, sia di accordo, di disprezzo o di rivalità. E quegli sguardini sono tutto ciò che conta in un film estremamente divertente, pieno di buone idee e fondato non sul suo primo livello di lettura (cioè la trama poliziesca), ma sul secondo, ugualmente chiaro e accessibile a tutti. È la storia di George Clooney e Brad Pitt stessi, che fanno un film insieme per prendere in giro una rivalità mai esistita.

Film come Wolfs - Lupi solitari nascono da Ocean’s Eleven, il primo a trasportare nel cinema del presente (e proprio con Clooney e Pitt) il film di attori che si fonda sul loro essere star e sullo scherzare e giocare con la fama e lo status. Ora i due sono soli e interpretano due “ripulitori”, quelli che, per padroni vari, sono chiamati a sanare situazioni compromettenti, nascondere cadaveri e, in generale, ripulire cose che non devono venire alla luce. Sono lupi solitari (da cui il titolo) che, però, stavolta devono agire insieme, anche se sono rivali e quindi in competizione.

Jon Watts ha già dimostrato con i tre film di Spider-Man con Tom Holland di essere bravissimo a gestire il tono tra l’azione e la commedia. Qui scrive anche un’avventura che dura tutta una notte, in cui il punto è che noi sappiamo che Clooney e Pitt si divertono nel recitare una storia che diverte anche noi. Saper gestire tutto questo senza renderlo compiaciuto o pesante è difficilissimo, e Wolfs - Lupi solitari non solo ci riesce, ma ci riesce per tutte le sue due ore.

Ma la cosa ancora più interessante di questo film commerciale, divertente, rapido e svelto è che, di fatto (viene anche detto più volte), Brad Pitt e George Clooney interpretano esattamente lo stesso identico personaggio. È parte dell’ironia del tutto che siano vestiti uguali, abbiano le stesse frequentazioni e il medesimo background (addirittura, in fase di proposta e lettura della sceneggiatura, non gli fu detto quale dei due personaggi avrebbero interpretato). Si può vedere non solo come due attori diversi rendano diversamente il medesimo personaggio, come adattino la scrittura, come interpretino ciò che leggono, ma anche quanto conti la “personalità” che gli attori creano in carriera. Clooney interpreta il suo ripulitore con un’aria da Clooney, che ha creato con mille film ed è il suo marchio di fabbrica; Pitt lo fa con l’aria da Pitt, con il fare dei suoi personaggi, con le caratteristiche con cui è più a suo agio. La persona reale (l’attore) usa la personalità che ha creato nella sua carriera per costruire un personaggio, in un film che mescola tutto questo, riuscendo (e questa è l’impresa che fa il divertimento) a renderlo chiaro a ogni tipo di spettatore, di fatto mostrandogli come Clooney rende un personaggio più GeorgeClooney e come Pitt lo rende più BradPitt.

Continua a leggere su BadTaste