Wo Long: Fallen Dynasty, la recensione

Wo Long: Fallen Dynasty non sarà un titolo perfetto, ma riesce a divertire dal primo all'ultimo minuto di gioco

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Sin dalle prime informazioni rese note, Wo Long: Fallen Dynasty ha dimostrato di avere un carisma paragonabile a quello dei titoli targati FromSoftware. Un carisma trasmesso da un design estetico di grande impatto e da meccaniche di gioco apparentemente in grado di soddisfare anche il giocatore più esigente. Impossibile non sentire delle vibrazioni “alla Sekiro”, avvicinandosi alla nuova creatura di Team Ninja. Eppure, allo stesso tempo, appare evidente come gli sviluppatori sian riusciti a prendere quanto di buono fatto con Nioh, per portarlo a un livello successivo.

A partire dal 3 marzo di quest’anno, Wo Long: Fallen Dynasty ha raggiunto gli scaffali (fisici e digitali) di tutto il mondo. Gli abbonati all’Xbox Game Pass di Microsoft, inoltre, posso scaricare il titolo senza costi aggiuntivi, potendo provare di proprio pugno la nuova produzione targata Koei Tecmo. Nelle ultime settimane abbiamo passato numerose ore a deviare i colpi degli avversari che popolano il mondo di gioco, cercando di trovare un modo per sopravvivere e raggiungere l’area successiva. 

Dopo aver consumato il filo della nostra lama, siamo finalmente pronti per darvi la nostra opinione su un titolo partito in sordina, ma che ha guadagnato un discreto successo di pubblico nelle settimane successive al lancio. Se siete curiosi di scoprire se Wo Long vale il vostro tempo, non dovete far altro che continuare a leggere.

UNA TIMELINE ALTERNATIVA

La trama di Wo Long: Fallen Dynasty ci vede interpretare un sopravvissuto a una temibile battaglia, salvato in extremis da un uomo misterioso. La storia è ambientata in Cina, durante la rivolta dei Turbanti Gialli, ovvero durante quel periodo che vide i contadini ribellarsi alla dinastia Han, dando vita all’epoca dei Tre Regni. L’intero racconto è una versione alternativa della storia, che ibrida fatti e personaggi reali con un mondo fantasy dai risvolti horror.

Il risultato è una storia dal grande potenziale, al servizio di un world building ben definito e senza dubbio molto interessante. Il problema, però, sta nel lessico con cui questa storia viene raccontata. I dialoghi di Wo Long sono inutilmente complessi e incapaci di trasmettere la reale psicologia dei personaggi in gioco. Alle volte capita che i vari combattenti parlino per qualche minuto, senza portare davvero avanti un discorso e facendo “perdere tempo” al giocatore. A questo si aggiunge una narrativa senza infamia e senza lode, che serve solamente come pretesto per far muovere il protagonista da un punto A a un punto B. Insomma: difficilmente vi emozionerete per la storia raccontata da Masakazu Hirayama, che intrattiene senza mai stupire davvero.

UN GUERRIERO IMPLACABILE

Arriviamo a quello che è evidentemente il punto di forza di Wo Long: Fallen Dynasty: il combat system. La nuova opera di Team Ninja punta tutto sulla possibilità di schivare i colpi dell’avversario. Con un’azione dell’ultimo secondo, infatti, si attiva una speciale deviazione in grado di danneggiare la barra dello spirito dei nemici. Una volta storditi, essi saranno quindi vulnerabili a un colpo di grazia in grado di infliggere gravi danni o di ucciderli in un solo colpo.

Il giocatore dovrà a sua volta prestare attenzione alla barra dello spirito del proprio personaggio, dato che attaccare e deviare i colpi la faranno incrementare, mentre attivare abilità e prendere danno la faranno diminuire, con il rischio di lasciare aperta la difesa. Questo alternarsi di situazioni e la costante necessità di mantenere il focus sullo spirito dà vita a scontri adrenalinici e ricchi di pathos. Gli sviluppatori sono riusciti a bilanciare i numerosi avversari che ci troveremo ad affrontare, costringendo il giocatore ad adattare il proprio stile di combattimento di volta in volta.

Il difetto più grande di Wo Long sta però nel suo comunicare tutte queste informazioni. Il tutorial e i vari menù di gioco sono scritti in modo approssimativo, quando non eccessivamente confuso. Ogni singolo elemento di gioco appare machiavellico e inutilmente complesso, quando in realtà si rivela essere estremamente sensato, ma solo spiegato in malo modo. Questo problema di comunicazione potrebbe scoraggiare i giocatori alle prime armi o meno pazienti, ma con la giusta dedizione si possono superare le prime ore di gioco e poi procedere con fare nettamente più spedito.

UNA VARIETÀ INVIDIABILE

Wo Long: Fallen Dynasty è un titolo che ci permette di personalizzare l’esperienza di gioco in ogni singolo dettaglio. Dalle armi alle armature, per passare poi alle abilità e alle magie, i ragazzi di Team Ninja sono riusciti a donare al gameplay una grande varietà, permettendo al giocatore di vivere l’intera avventura come preferisce. Inizialmente si rischia di rimanere spaesati dalla quantità di elementi da prendere in considerazione, ma basta affrontare qualche area per cominciare a comprendere le potenzialità di ogni singolo elemento.

Ottima idea, inoltre, quella di suddividere il gioco in vari livelli. Attraverso la selezione della missione, infatti, potremo affrontare missioni secondarie e/o percorrere nuovamente le aree già esplorate, alla ricerca di ogni scrigno dimenticato e di tutte le bandiere che permettono il viaggio rapido e fungono da “falò” in stile Dark Souls. Solo in questo modo, infatti, sarà possibile potenziare le proprie statistiche, in modo da diventare via via sempre più forti e poter competere anche con i nemici più forti. In ogni caso, il level design ci è parso accattivante e ben studiato. Le aree non sono mai troppo vaste e l’esplorazione risulta quindi rapida e intuitiva. Un grande pregio, che differenzia Wo Long dalla moltitudine di altri titoli realizzati sulla falsa riga delle opere di FromSoftware.

L’intera avventura può essere affrontata sia in solitaria, che insieme ai propri amici. Una soluzione che vi invitiamo a testare e che potrebbe effettivamente aggiungere ulteriori ore di gioco a una longevità già di per sé vicina alle 40 ore.

 UN TITOLO D’ALTRI TEMPI

Da un punto di vista tecnico, Wo Long: Fallen Dynasty non fa certo gridare al miracolo. I personaggi vantano design interessanti, ma i modelli 3D spesso non riescono a rendere loro giustizia. Sia chiaro: il risultato è comunque accettabile, ma non riesce a nascondere una produzione pensata per le piattaforme di scorsa generazione. Un problema che colpisce anche l’IA di personaggi alleati e nemici, che abbiamo visto spesso comportarsi in modo stupido o troppo scriptato. Nulla da dire sulla colonna sonora, che non brilla, ma che riesce ad accompagnare il giocatore per tutta la durata dell'avventura. Segnaliamo, però, che il gioco prevede una localizzazione in italiano, pur con tutti i problemi visti nei paragrafi scorsi.

Wo Long: Fallen Dynasty è un titolo entusiasmante. Lo è perché, quando tutto funziona nel migliore dei modi, si possono vivere degli scontri all’arma bianca davvero appaganti. Tra i migliori che ci sia capitato di vedere (e di provare) negli ultimi anni. Peccato che una narrativa scialba, una generale confusione nello spiegare le meccaniche di gioco e un comparto tecnico datato non permettano al titolo di puntare più in alto del voto che trovate qui sotto. In ogni caso, se cercate un’avventura action dal gameplay in grado di creare assuefazione, Wo Long è molto probabilmente quello che state cercando.

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