Wish You Were Here: Syd Barrett e i Pink Floyd, la recensione
Abbiamo letto e recensito per voi Wish You Were Here: Syd Barrett e i Pink Floyd, di Danilo Deninotti e Luca Lenci
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Questa volta ci si occupa di un gruppo certamente altrettanto famoso, sicuramente più longevo, ma dall'esistenza non meno complicata e di una personalità non meno complessa e tormentata rispetto a quella dell'assoluta icona della musica grunge. Wish You Were Here: Syd Barrett e i Pink Floyd si concentra infatti sul rapporto fra il primo storico frontman e cantante della band poi guidata da David Gilmour e Roger Waters, su colui che diede alla band britannica la sua iniziale connotazione, fortemente sperimentale e radicalmente psichedelica rispetto a gran parte del rock degli anni Sessanta.
Quello di Lenci e Deninotti è un buon lavoro, una storia che, da amanti della band e della musica di quegli anni, abbiamo apprezzato. Si concentra sui momenti chiave della vicenda, a partire dalla costituzione dei Pink Floyd, passando per i primi trionfi e per la sofferta sostituzione di Barrett, gradualmente estromesso dal gruppo, raccontando le domande e i dubbi da affrontare al riguardo. Lenci è un bravo disegnatore, dallo stile spigoloso ed espressionista, decisamente adatto all'argomento. Come già nel volume dedicato a Kurt Cobain, si assiste a una scelta monocromatica coerente: tutto il fumetto è caratterizzato da un colore tra il rosso e il rosa che suggerisce un'atmosfera di allucinazione a caratterizzare la vicenda.
Manca forse un po' di coraggio a questo volumetto, per restare impresso a fuoco nelle menti dei lettori, e manca su due fronti. Il primo è quello grafico, dove si sarebbe potuto osare maggiormente. La psichedelia avrebbe potuto essere un tema importante delle immagini narranti e portarci per mano nel mondo di Barrett che, prima di trascinarlo nel baratro, lo ha anche condotto a vette creative e immaginative altissime. Peccato non vederne, in questo fumetto, una rappresentazione e interpretazione di Lenci.
Un po' di intraprendenza avrebbe anche potuto regalarci una storia più universale, meno limitata all'apprezzamento di coloro che sono già interessati o già conoscono le peripezie personali dei protagonisti. La storia di Barrett e dei Pink Floyd affronta tematiche che riguardano il concetto di amicizia e fedeltà, di riconoscenza e bisogno di rinnovarsi e di non lasciarsi condizionare dalle scelte di persone a cui vogliamo bene, ma che ci tarpano le ali lungo il cammino. Restano presenti, anche ben affrontate all'interno delle pagine del fumetto, ma forse limitate nella prospettiva, non del tutto libere di assumere significato al di là dei confini di una biografia che rimane un omaggio affettuoso e ben confezionato a uno dei grandi della musica di ogni epoca.