Willow, la recensione dei primi due episodi
Nonostante alcune ingenuità nella scrittura dei personaggi, Willow è una serie fantasy dal grande potenziale
La recensione dei primi due episodi della serie Willow, disponibili su Disney+
A distanza di trentaquattro anni da quella prima pellicola, Jonathan Kasdan (sceneggiatore di Solo: A Star Wars Story) coinvolge la Lucasfilm e la Disney per dare vita a una serie TV. Serie che, noncurante di quanto raccontato nelle succitate opere nate dopo il film, si pone come vero e proprio seguito delle avventure vissute da Willow Ufgood. A partire da ieri sono disponibili i primi due episodi su Disney+, con i successivi sei in arrivo con ritmo cadenzato nelle prossime settimane. Scoprite insieme a noi se vale davvero la pena rituffarsi in questo universo fantastico.
UN PRIMO EPISODIO DA MANUALE
Lo ammettiamo: il primo episodio di Willow non ci ha fatto gridare al miracolo. Lo show parte senza dubbio molto bene, con un tocco di nostalgia trasmesso grazie al riassunto di quanto accaduto nella pellicola dell’88, ma perde di fascino quando si incontrano i protagonisti di questa nuova storia. Gli autori, infatti, hanno messo insieme un team variegato composto da giovani personaggi, intenti a litigare tra di loro costantemente. Esattamente come i peggiori adolescenti moderni, il gruppo che si forma non sembra in grado di affrontare la benché minima missione, risultando poco interessante quando non fastidioso. Inutile dire che questa deriva young adult ci ha lasciati sorpresi, ma non certo in positivo.
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UN SECONDO EPISODIO PIÙ A FUOCO
È innegabile: il pilot di Willow è senza dubbio molto equilibrato, con il sapiente mix tra azione, riflessioni e dialoghi. La seconda puntata, invece, sacrifica l’azione, per concentrarsi sui vari personaggi. Ecco che, quindi, il principale difetto del primo episodio diventa qui il punto di forza, con i vari protagonisti che vengono approfonditi, che interagiscono tra di loro e che dimostrano di avere una caratterizzazione unica. A spiccare è senza dubbio Amar Chadha-Patel, mascalzone che ha riportato alla nostra mente il Madmartigan di Val Kilmer.
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Warwick Davis vanta una maggiore presenza a schermo e, inevitabilmente, questo giova all’intero show. Ogni scena che vede protagonista Willow risulta interessante e ben scritta, dimostrando la cura riposta nei confronti di questo personaggio da parte dello sceneggiatore Bob Dolman. La trama generale, che evitiamo di rivelarvi in quanto sarebbe difficile mantenere segreto uno specifico colpo di scena, ci è apparsa più a fuoco. I vari eroi hanno ora una precisa direzione e non vediamo l’ora di tornare al loro fianco tra una settimana, in occasione del terzo episodio.
Willow non ha la potenza tecnica de Gli Anelli del Potere o la magistrale scrittura di House of the Dragon, ma sembra piuttosto volgere lo sguardo al passato, quando le storie erano più semplici. Esattamente come il film dal quale prende ispirazione, anche questa nuova serie TV mescola toni fiabeschi con elementi più oscuri, spruzzandoci sopra però un po’ di teen drama. Se siete alla ricerca di una storia fantasy leggera e avete amato la pellicola di Ron Howard, potete andare a colpo sicuro: Willow non vi deluderà.
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