Willow 1×08, “Figli del Wyrm”: la recensione
Willow conclude la prima stagione con una puntata tanto bella da vedere, quanto sconclusionata nella scrittura dei vari personaggi
Dopo quasi due mesi, la prima stagione di Willow è infine giunta al termine. È stato un viaggio dalla qualità altalenante, dove buone intuizioni e una magistrale componente tecnica hanno incontrato una scrittura spesso zoppicante, soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra i personaggi. Lo show disponibile su Disney+, almeno sino allo scorso episodio, non ci ha fatti particolarmente impazzire, ma è innegabile che il mondo di Willow abbia un fascino notevole che, in base a quanto mostrato nella puntata di oggi, potrebbe farci compagnia per i prossimi anni.
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LA FINE E UN NUOVO INIZIO
Dopo aver incontrato nuovamente Airk, Elora e Kit devono fare i conti con la Megera, che sembra aver stregato il principe con lo scopo di favorire il ritorno del Wyrm. Ha quindi inizio una lotta psicologica per l’anima dei vari personaggi, costretti a scegliere tra i propri desideri e la dura realtà. Nel frattempo, Jade, Graydon e Boorman decidono di seguire gli altri membri del gruppo, mentre Willow preferisce fare ritorno a casa dalla propria famiglia. La battaglia finale ha quindi finalmente inizio, ma gli eventi prenderanno rapidamente una piega del tutto inaspettata.
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In base a quanto rivelato nel finale, che eviteremo di citare per non rovinare l’esperienza a coloro che non ci fossero ancora arrivati, sono previste almeno altre due stagioni di Willow. Stagioni che, senza dubbio, guarderemo, dato che è evidente come siano presenti dei punti di forza all’interno dello show. La nostra speranza, però, è che la scrittura possa fare un netto balzo in avanti, in modo da allontanarsi dalla mediocrità di questa prima parte del racconto.
ARTE E TECNICA
Lo abbiamo già affermato più volte: a livello tecnico, Willow è straordinariamente bello da vedere. Affermazione ancora più vera in quest’ultima puntata, dove la produzione sembra aver investito tempo e forze per quanto riguarda la CGI. I mostri, gli scontri e gli ambienti rivelano l’immenso potenziale della serie, che si colloca tra i punti più alti sul mercato, da questo punto di vista. Un potenziale rimarcato anche dal design dei personaggi, che mescola l’high fantasy con uno stile più street, costituito da fibbie e giacche di jeans. Una scelta poco coerente, ma che speriamo di vedere abbracciata maggiormente in futuro.
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Mediocre ancora una volta la recitazione della maggior parte degli interpreti, che non riescono proprio a risultare carismatici e convincenti. Persino Warwick Davis presta il fianco a un paio di momenti poco ispirati, dove una cattiva scrittura si fonde con una sgraziata interpretazione. Difficile pretendere un cambio di volti per le prossime stagioni, ma speriamo che gli attori più giovani possano maturare e tornare sul piccolo schermo con capacità maggiori di quando lo hanno lasciato.
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Willow è una serie dalle due anime. Da un lato il world building funziona e la messa in scena di quel mondo appare convincente. Dall’altro, i personaggi risultano banali, schizofrenici e, in alcuni casi, interpretati da attori mediocri. Ed è tutto qui. La serie basata sul film di Ron Howard potrebbe essere molto di più, eppure non ci riesce. Speriamo sinceramente che lo show possa risollevarsi in futuro, perché le basi dalle quali partire ci sono. Per ora, però, non ci sentiamo di promuovere del tutto questi primi otto episodi.
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