Willow 1×06, “Prigionieri di Skellin”: la recensione 

Willow continua sul solco delle puntate precedenti, presentando momenti interessati, alternati a situazioni e personaggi scritti malamente

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Uscito nel 1988, Willow fu un film in grado di dividere il pubblico e la critica. Da un lato gli ottimi effetti speciali gli permisero di attirare l’attenzione del mondo intero, dall’altro il ritmo più cadenzato gli impedirono di fare breccia nei cuori degli spettatori. Nonostante ciò, Jonathan Kasdan (sceneggiatore di Solo: A Star Wars Story) ha deciso di rimetterci mano, dando vita a una serie tv disponibile su Disney+ che fa da vero e proprio seguito delle avventure di Willow Ufgood.

Con il sesto episodio ci stiamo ormai avvicinando alla fine di queste nuove avventure, che termineranno tra due settimane. Il risultato, in un groviglio di pregi e difetti, non è stato quello che ci saremmo aspettati. La trama orizzontale, quella che attraversa i vari episodi, è labile e poco accattivante, preferendo uno sviluppo più verticale, dove i nostri protagonisti si trovano a vivere avventure differenti di puntata in puntata. Una scelta che ci ha impedito di empatizzare con la narrazione, che mescola momenti frivoli a discorsi imponenti con malagrazia.
Se volete sapere se questo sesto episodio è stato in grado di farci cambiare idea, non dovete far altro che continuare a leggere.

ECHI DAL PASSATO

Dopo essere stati rapiti dai troll, Kit e Willow si ritrovano prigionieri all’interno della prigione di Skellin. Qui fanno la conoscenza di Allagash, un guerriero che combatté al fianco di Madmartigan e che sembra conoscere il destino del padre di Kit. Nel frattempo, Elora e gli altri membri della squadra si infiltrano nella prigione sotterranea con lo scopo di liberare i propri amici. Ovviamente le cose non andranno come previsto e tutto il gruppo si troverà costretto a improvvisare un piano di fuga.

L’elemento più interessante della puntata è senza dubbio il richiamo al personaggio interpretato nel film del 1988 da Val Kilmer. Finalmente si ottengono nuove informazioni sul suo destino, raccontate da un personaggio sopra le righe come Allagash, interpretato da un euforico Christian Slater. Per il resto, purtroppo, ci troviamo di fronte all’ennesimo episodio dove i personaggi si comportano in modi irrazionali, dove alcuni punti di svolta della storia vengono risolti dal fato e dove le dinamiche sociali appaiono per lo più senza senso. È innegabile: Willow strappa qualche risata, ma per lo più appare come uno show scritto in modo sbilanciato, disorganizzato e approssimativo. Non che la sceneggiatura del film originale fosse da Premio Oscar, ma senza dubbio manteneva una coerenza dall’inizio alla fine; elemento che, in questa serie TV, non riusciamo a trovare non solo all’interno della stagione, ma persino all’interno di ogni singolo episodio.

PERSONAGGI E AMBIENTI

Mai come in questo episodio è evidente come la produzione creda fino in fondo in questo progetto. Willow ha una messa in scena che alterna design anni Ottanta, con personaggi in costume e armature a basso budget, ad ambienti di una qualità a tratti impressionante. Le prigioni di Skellin sono bellissime da vedere e ogni singolo ambiente dimostra una cura maniacale nei dettagli che talvolta è volutamente retrò, ma dall’innegabile impatto estetico. Il risultato è uno show davvero bello esteticamente, che purtroppo si scontra esclusivamente contro il muro della narrazione e della scrittura dei personaggi.

Ancora una volta, infatti, il variegato cast della serie convince a tratti alterni. Ci siamo ormai stufati di elogiare il carisma di Amar Chadha-Patel, che riesce a bucare lo schermo e a spiccare su tutto il gruppo. Ci siamo altrettanto stancati di evidenziare le scarse capacità recitative di Ellie Bamber, che negli ultimi minuti di questo episodio raggiungono picchi verso il basso davvero impressionanti. Tra questi due estremi, gli altri attori si muovono in scena in costante overacting, senza mai brillare davvero. Un vero peccato, vista la cura riposta negli altri elementi della produzione.

Il sesto episodio di Willow procede sul solco delle ultime puntate. Qualcosa funziona, ma una scrittura zoppicante impedisce alla serie di emergere davvero. Speriamo che lo show possa recuperare negli ultimi due episodi, magari per ripartire in forma smagliante con un’eventuale seconda stagione. C’è evidentemente del potenziale in questa operazione commerciale che, al momento, deve però ancora emergere.

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