Will Trent 1x01 "Pilot": la recensione

Will Trent rappresenta un modo un po' antiquato di fare televisione e non prendendo particolari rischi, tende anche a non entusiasmare

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Spoiler Alert

Giunto negli Stati Uniti al 10° episodio dei 13 previsti per la prima stagione, Will Trent, il nuovo procedurale della ABC basato sulla serie di romanzi di Karin Slaughter, dedicati all'omonimo personaggio, si posiziona per ascolti al quarto posto tra le nuove serie lanciate a metà stagione (gennaio 2023) al pari di So Help Me Todd della CBS e Quantum Leap della NBC, già rinnovate dai rispettivi network, e ve lo diciamo cosicché, quando lo show approderà su Disney+ in Italia, non temiate di affezionarvi all'ennesimo prodotto destinato alla cancellazione.

I primi due episodi della serie sono dedicati ad un caso che vede coinvolti Mark-Paul Gosselaar e Jennifer Morrison nel ruolo dei genitori di una ragazza che viene rapita e servono per introdurre il protagonista Will Trent (Ramón Rodríguez), agente speciale del Georgia Bureau of Investigation, costretto a muoversi in un ambiente di lavoro decisamente ostile, dopo aver chiuso un caso di corruzione all'interno del Dipartimento stesso, che ha condotto all'arresto di molti dei suoi colleghi, una cosa che non sembra tuttavia preoccuparlo molto.

Nonostante i primi due episodi dello show siano interessanti, ma in un certo senso ingannevoli, la sensazione di déjà vu che accompagna gli spettatori guardando la serie è quasi palpabile. Will Trent approccia infatti la scena del crimine quasi assorbendola, come abbiamo visto fare a molti Detective prima di lui con un dono speciale per i particolari. Will è altresì un uomo molto calmo, apparentemente impermeabile alle provocazioni, con un difficile passato alle spalle, i primi accenni del quale vengono dati al pubblico quando il personaggio interpretato da Mark-Paul Gosselaar fa riferimento al fatto che Will sia stato ritrovato abbandonato in una discarica, rivelando così non solo che i due hanno un passato in comune, ma anche e soprattutto che il protagonista dello show è cresciuto nel sistema di affidamento, che gli ha lasciato cicatrici morali e fisiche.

Will Trent ha anche una relazione con la collega Angie Polaski (Erika Christensen), che verrà quasi dimenticata negli episodi successivi, che conosce tutti i suoi segreti, compreso quello più oscuro o quantomeno quello che viene trattato dagli autori come fosse una sorta di marchio di infamia per il protagonista, una grave forma di dislessia.

La sua partner, che gli viene sostanzialmente imposta è invece Faith Mitchell (Iantha Richardson), ma seppure non sembri apprezzarlo molto, quantomeno la ragione non risiede nella sua indagine precedente, quanto nel fatto che Faith sembra il genere di donna che poco sopporta le perdite di tempo, il che garantisce che tra i due, alla lunga, nascerà ovviamente un forte legame, se non di amicizia, quantomeno di reciproco rispetto.

Come genere di show basato più sui personaggi che sui casi in sé, non c'è nulla in Will Trent che non funzioni o sia apertamente mal riuscito, il suo vero difetto è tuttavia quello di essere il perfetto cliché di quel genere di procedurale che rappresenta forse un modo un po' antiquato di fare di televisione, il che non toglie che i molti fan della serie di romanzi non siano curiosi di vedere questa trasposizione televisiva o che comunque questa serie - senza infamia e senza loda - non sia destinata a raccogliere un solido seguito che lo porterà oltre il difficile giro di boa della 1^ stagione.
Già questa, con i tempi che corrono, sarebbe una vittoria.

https://www.youtube.com/watch?v=VQ8yB2P_jGE
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