Will & Harper, la recensione: un'amicizia che è tutto ciò che l'America non riesce a essere
Il road movie degli amici Will Ferrell e Harper Steele è un approccio freschissimo, intenso e divertente all'esperienza trans nell'America di oggi
Si potrebbe ricostruire il senso di questo road movie a due anche solo dai testi delle canzoni che lo accompagnano: I got you di Sonny & Cher ("penso io a te"), Fade Into You dei Mazzy Star ("voglio tenere la mano che è dentro di te"), Shelter from the Storm di Bob Dylan ("vieni dentro, ti darò riparo dalla tempesta"), The Weight della Band ("togliti questo peso, mettilo su di me"). Tutto parla della voglia di accogliere, consolare e proteggere chi si sente senza difese, senza un posto nel mondo. Ancor più importante, come dice America di Simon & Garfunkel ("partimmo a cercare l'America.."), la voglia di interrogare un paese che oggi si chiude pericolosamente a una parte dei suoi figli, negando quei principi democratici che gli hanno permesso di raccontarsi come patria del Sogno.
Will & Harper è un film in cui succede poco, praticamente solo due amici che chiacchierano, scherzano e riflettono su quanto la vita di una dei due sia cambiata dal momento della transizione: in meglio, per il sollievo di abbandonare finalmente una maschera (cosa che due veterani dello showbiz capiscono anche troppo bene). E in peggio, perché ora tutto ciò che prima sembrava normale assume un'aria minacciosa - di insicurezza (nel proprio aspetto, nel "passare", nel deadnaming) quando non proprio di pericolo. C'è una parentesi straziante in cui Ferrell e Steele vanno a socializzare nei bar del Midwest amatissimi da Harper, e ci si rende conto che non solo lei è a sentirsi a disagio, ma che probabilmente senza un amico cisgender e famoso al suo fianco si sentirebbe addirittura minacciata.
Non per questo però Will & Harper è un film "morbido" o che vuole piacere a tutti. Si fanno nomi e cognomi di governatori e politici che negli ultimi anni hanno cercato di limitare i diritti trans; si racconta di qualcuno che preferisce comprare una casa isolata nel deserto della California pur di poter vivere come donna lontano dal giudizio altrui; si ride tantissimo (sono pur sempre due grandi comici quelli nella macchina) ma altrettanto spesso si piange o si rabbrividisce, constatando quanto resti lontana la conquista di una società davvero al riparo dall'odio per il diverso. E allora si riparte "a cercare l'America".