Wild Hearts, il titolo che sfida a testa alta Monster Hunter | Recensione

Wild Hearts sfida Monster Hunter al suo stesso gioco e riesce, inaspettatamente, a dimostrare una propria identità

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Wild Hearts non ha mai provato a nascondere la propria natura di clone di Monster Hunter. Annunciato nel mese di settembre del 2022, il titolo targato Omega Force ha colpito subito al cuore gli appassionati dei giochi di caccia ai mostri giganti. Appassionati all’epoca costretti a giocare e rigiocare a Monster Hunter World, guardando con la bava alla bocca i possessori di Nintendo Switch, intenti a divertirsi con Monster Hunter Rise. Eppure, nonostante gli evidenti richiami al franchise targato Capcom, Wild Hearts ha sin da subito dimostrato di avere qualcosa di unico. Qualcosa in grado di permettergli di elevarsi al di sopra di una “semplice imitazione”, puntando a ottenere un’identità tutta sua.

Il gioco è poi arrivato sugli scaffali fisici e digitali il 17 febbraio di quest’anno, trovando un mercato ben differente. Il succitato Rise, infatti, è approdato anche su console di attuale generazione e addirittura inserito nell’Xbox Game Pass di Microsoft. Con un nuovo avversario contro cui combattere, Wild Hearts non si è comunque dato per vinto e ha affilato i propri denti. Dopo numerose ore passate a combattere i Kemono e a creare imponenti Karakuri, siamo finalmente pronti per raccontarvi la nostra lunga avventura vissuta nel Giappone feudale di Omega Force.

SEMPLICE, MA EFFICACE

In Wild Hearts, il giocatore interpreta un cacciatore che, dopo aver rischiato di morire in seguito a un combattimento contro un potentissimo Kemono, decide di dedicare la propria vita per proteggere la cittadina di Minato. Per fare ciò, il nostro eroe dovrà migliorare le proprie capacità di cacciatore e, grazie all’aiuto di numerosi abitanti della città, affrontare un mostro dopo l'altro.

Come spesso accade in questa tipologia di giochi, il comparto narrativo non è altro che un mero contorno. Una scusa per poter empatizzare con l’avatar digitale e per combattere creature via via sempre più potenti. Nonostante ciò, è evidente la cura riposta in questo ambito dai ragazzi di Omega Force. Sia chiaro: non si tratta di nulla di particolarmente brillante, ma gli sviluppatori sono riusciti a tratteggiare delle personalità molto più interessanti anche a quelle proposte da Capcom nei suoi vari Monster Hunter. Non nascondiamo di aver apprezzato questa particolare attenzione al narrative design. Attenzione che ci ha tenuti sempre con la mente vigile e che, dopo aver terminato l’avventura, ci ha fatto desiderare di incontrare nuovamente alcuni NPC in un eventuale prossimo episodio.

Speriamo, infatti, che questo titolo sia solamente la punta dell’iceberg e che Omega Force ed Electronic Arts decidano di portare questo validissimo world building.

“È UNA TRAPPOLA!”

Per quanto riguarda il comparto ludico, Wild Hearts prende quanto di buono introdotto dai Monster Hunter e ci aggiunge un elemento innovativo: i Karakuri. I Karakuri sono dei macchinari che, una volta creati, possono essere utilizzati rapidamente in battaglia in diversi modi. Si va da semplici tappeti elastici a vere e proprie balestre in grado di aprire il fuoco sul nemico. In un tripudio di idee, trappole e armi, questa nuova meccanica rende il titolo estremamente divertente da giocare. L’idea di rendere i Karakuri distruttibili, inoltre, aumenta la tensione durante gli scontri, costringendo il cacciatore ad adattarsi continuamente alla situazione per non venir abbattuto dai possenti avversari.

Per quanto riguarda i Kemono, ovvero i mostri che popolano il mondo di gioco, ammettiamo di essere rimasti sorpresi della capacità di Omega Force di creare creature dotate di abilità nuove e incalzanti. Alcuni rimandi al mondo di Monster Hunter sono evidenti, ma è innegabile che gli sviluppatori siano riusciti a donare al parco mostri una propria identità, in grado di spiccare all’interno del mercato attuale.

FAI DA TE

Davvero ottima la personalizzazione del giocatore, che può non solo creare il proprio avatar prestando attenzione a ogni dettaglio estetico, ma che può anche arricchire con armi e armature sempre diverse. Le otto armi che è possibile utilizzare nel gioco sono tutte ben differenziate, incastrandosi a dovere in base all’approccio ricercato dall’utente. L’equipaggiamento, inoltre, da il meglio di sé quando ci si tuffa nel multigiocatore insieme ad altri due utenti. Multigiocatore che abbassa leggermente il livello di difficoltà generale, ma che riesce a mantenere l'azione dinamica e avvincente.

Gli sviluppatori hanno inoltre inserito un sistema di creazione del proprio campo base, all’interno del quale gestire le proprie risorse, che vanno raccattate nelle varie missioni di gioco. Missioni che, a differenza proprio della saga Capcom, danno spesso l’impressione di essere qualcosa di più di una “semplice” caccia al mostro. Uccidere i vari Kemono rimane comunque il punto principale della produzione e non vediamo l’ora di scoprire quali siano le nuove aggiunte in arrivo nei prossimi mesi. I dev, infatti, hanno promesso numerose novità in futuro, nel tentativo di migliorare un gioco dalle già solide basi.

UN DESIGN DA RIVEDERE

Arriviamo, infine, al comparto tecnico. Wild Hearts, purtroppo, non riesce davvero a brillare da questo punto di vista. Non solo a causa di modelli poligonali nella media, ma soprattutto in seguito a un design dei nemici che ondeggia tra il mediocre e il discreto. Siamo molto lontani dalla cura nel creature design vista nei vari Monster Hunter e, nonostante qualche mostro ci sia davvero piaciuto, difficilmente siamo rimasti a bocca aperta. A questo si aggiunge una colonna sonora d'atmosfera, ma non certo brillante e incapace di ancorarsi alla mente del videogiocatore.

Wild Hearts è un titolo di tutto rispetto. Omega Force è riuscita nell’intento di dar vita a un franchise ispirato a Monster Hunter, ma capace di distaccarsi e di guadagnare una propria identità. Un risultato sorprendente e che, non lo nascondiamo, abbiamo davvero apprezzato. Ci auguriamo che gli sviluppatori riescano a supportare il titolo nei prossimi mesi, nella speranza che venga scoperto da più giocatori possibile. Parte dell’esperienza di titoli come questo, infatti, proviene proprio dalla community, che deve crescere forte mese dopo mese. Wild Hearts è un titolo che ci sentiamo davvero di consigliare sia agli amanti dei videogiochi di caccia, che a coloro che cercano un titolo divertente da giocare con i propri amici. Una vera sorpresa, che ha saputo intrattenerci durante tutte le sessioni di gioco.

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