Who is America? 1x07, la recensione

La nostra recensione dell'ultimo episodio di Who Is America? di Sacha Baron Cohen

Critico e giornalista cinematografico


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Sacha Baron Cohen chiude con il botto tenendosi per l’ultima puntata quello che forse è il coronamento di tutta Who Is America?.

L’antipasto è una sessione di Truthbrary, ovvero le interviste del giornalista pro-Trump, complottista e fazioso a personaggi politici. Stavolta ad andarci di mezzo è l’ex rappresentante dello stato del Massachussets per il partito Democratico Barney Frank. A lui vengono sottoposte alcune teorie alternative che scagionano il presidente dallo scandalo delle registrazioni Hollywood Access, quando si espresse in maniere poco consone su come trattare le donne. C’è un paradossale understatement in tutta la conversazione, come se in fondo queste teorie assurde fossero così all’ordine del giorno che nonostante la loro assurdità non ci sia troppo da stupirsene.

Come sempre però non è la parte migliore della puntata.

Il grosso avviene al centro con il personaggio di Erran Morad che prende la scena per un segmento lunghissimo e incredibilmente soddisfacente, partito come molti altri dello stesso tipo ma finito in modi incredibili.

Abbiamo visto molte volte Morad prendere dei conservatori ignoranti, violenti esponenti della destra più bieca e addestrarli in modi paradossali, per prenderli in giro e metterli in situazioni ridicole. Stavolta ai tre animali da Facebook che rilanciano qualsiasi stupidaggine suprematista fa fare il solito giro di addestramenti che li umiliano mentre loro non se ne accorgono ma, essendosi trovato davanti un esemplare particolarmente credulone, va fino in fondo.

Erran Morad e la vittima si mescolano maschrati da lesbiche (il che significa che Sacha Baron Cohen è mascherato due volte) alla marcia per i diritti delle donne di San Francisco “il più grande focolaio di terroristi d’America”. Non pago di aver fatto vestire da donna questo suprematista machista, Sacha Baron Cohen continua spingere come per vedere fino a dove sia disposto ad arrivare, quanto i suoi pregiudizi possono essere usati per giustificare azioni senza senso. Farà quindi in modo di fargli dire le cose più idiote a tutti quelli che incontrano, sostenendo che siano modi per scoprire se sono terroristi, e lo convince a mettergli addosso un rilevatore (in realtà un pezzo di plastica) che ne traccia la posizione per poi mostrargli una schermata di un tablet con la mappa e le suddette persone che si muovono e dirgli di toccare lui il pulsante per farli esplodere.

Tutto ha dell’incredibile e non pago Sacha Baron Cohen lo porterà in una stanza d’hotel, sempre in costume da lesbiche, facendogli un discorso sull’andare a vivere insieme.

Gran parte della potenza di questo segmento sta nella maniera in cui riesce a far sì che una vittima, manipolata da un uomo truccato da addestratore e una videocamera al suo seguito, arrivi a sostenere che i terroristi democratici vengano manipolati facilmente dai media perché creduloni e si lamenti di come le persone vengano radicalizzate nelle galere. Tutto dopo aver accettato di premere un pulsante per far saltare in aria un essere umano dopo il più idiota e rapido degli addestramenti.

Con questa puntata Sacha Baron Cohen mette la firma su un servizio di attualità mascherato da candid camera, una specie di viaggio assieme ad una persona particolarmente facile da raggirare che fa venire a galla gli inconfessabili pregiudizi e le convinzioni nascoste di molti. Che poi era il punto del programma: cercare di mostrare cosa sia l’America (o meglio, una sua parte molto in vista oggi) con azioni che cercano di superare la barriera di autodifesa delle persone davanti agli altri.

Una goduriosa chicca in mezzo ai titoli di coda chiude il programma. È Gio Monaldo, il personaggio del ricchissimo playboy italiano dalla bella vita che incontra O.J. Simpson in un hotel per una questione di affari. È forse l’unico segmento del programma interamente filmato di nascosto. O.J. Simpson è attirato e coinvolto da Gio in una proposta di soldi in cambio di una serata con un emiro arabo che vuole sapere tutto sull’omicidio di cui fu protagonista. Si capisce che Sacha Baron Cohen vuole fargli ammettere di averlo davvero commesso creando un clima amichevole, sostenendo che in fondo anche lui ha fatto fuori una moglie ma non si è fatto beccare.

Non ci riuscirà ma la maniera in cui mette nell’angolo scherzando O.J. Simpson (“Ti passo il coltello ma non mi ci ammazzare eh!” e giù risate) vale il gioco, chiudendo perfettamente uno show fondato sul fatto che nessuno sapeva esistesse e che quindi difficilmente potrà avere una seconda stagione.

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