Westworld 2x02 "Reunion": la recensione

La recensione del secondo episodio stagionale di Westworld

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Spoiler Alert
Nel mondo di Westworld l'idea di costruzione di una coscienza morale è indissolubilmente legata ai propri trascorsi, alle proprie esperienze e alla capacità di rielaborarle. Chi ha un passato cui aggrapparsi può definire se stesso e il proprio futuro. In questo senso la cancellazione sistematica dei ricordi degli host, oltre ad avere un evidente scopo logistico per chi amministra il parco, rappresenta anche uno degli atti di sopraffazione più volgari ed egoisti. Rimuovere la memoria, che sia per un gruppo di persone o per il singolo individuo, significa annullarne il futuro. Chi vuole ottenere il controllo deve prima assicurarsi di poter lasciare l'oblio dietro di sé. È un tema che ritorna anche in Reunion, secondo episodio stagionale per la serie HBO, meno introduttivo e più snello della première, certo parecchio ingarbugliato quanto a timeline.

Ora, questo tema della cancellazione della memoria apre la strada ad un'altra dicotomia molto significativa per lo show, quella tra sogno e realtà. Non è un caso se, tanto in Journey into Night quanto in questo, veniamo catapultati nella storia in medias res. Ancora una volta un incontro tra Arnold e Dolores, ma a differenza dello scorso episodio è lo scienziato a spiegare a Dolores l'ambiente e le circostanze del momento. Basta questo semplice scambio a stabilire una gerarchia inequivocabile tra i due, perché solo uno è il custode dei ricordi, mentre l'altra è uno spazio vuoto, pronto per essere riempito e manipolato a piacimento. E certo, ci sarà meraviglia costante in questo sperimentare sempre per la prima volta la bellezza del mondo, come Dolores che rimane incantata nel guardare le stelle (e non sarà l'unica volta nella puntata). Ma c'è anche la disillusione, quella di Arnold, che ne sa più di lei.

Quanto al parallelo tra lo spettatore e gli host inconsapevoli, noi non siamo tanto diversi. Veniamo sballottati da una storyline all'altra, spesso nel mezzo di circostanze di cui afferriamo solo i contorni, senza un "quando" o un "dove" precisi. Ci sono almeno cinque timeline diverse in questo episodio diretto da Vincenzo Natali (già regista di Dissonance Theory). Iniziamo circa 35 anni fa, con la scena in questione, una delle tante che vede Arnold interagire con Dolores. Ricordiamo i dialoghi in cinese della scorsa settimana e notiamo delle scritte in quella lingua mentre i due camminano per strada.

La prospettiva nei vari flashback che seguiranno appartiene poi a William, di cui percorriamo a tappe forzate il percorso di transizione verso colui che l'anno scorso conoscevamo come l'uomo in nero. In primo luogo lo vediamo ritornare al parco, ormai ospite privilegiato, a cercare di convincere James Delos (Peter Mullan) della bontà dell'investimento. Quanto alla componente umana, qui e in una scena seguente c'è da evidenziare il distacco assoluto provato ormai da William nei confronti di Dolores.

Qualcosa si è spezzato in quel giovane che credeva sinceramente nella propria avventura e nel proprio amore, e che ora vede la giovane solo come un pezzo di metallo. D'altra parte vediamo meglio la sua famiglia, la moglie Juliet – appunto figlia di James e sorella di Logan – e la piccola figlia Emily, che interagisce molto brevemente con Dolores ad un party. In altri momenti separati, ci verrà anche raccontato il prima e il dopo della tragedia personale di Logan. Tornando alla parte professionale, l'episodio, oltre a riempire vuoti nella storia dell'ingerenza crescente della Delos negli affari del parco, rimarca in continuazione quanto già era stato accennato nello scorso episodio.

Westworld Stagione 2

Le persone vengono a Westworld perché possono fare quel che vogliono, senza conseguenze. Ricollegandoci alla riflessione iniziale, potremmo dire che la sicurezza dell'oblio per gli host permette anche agli ospiti di rinunciare temporaneamente al loro codice morale. In realtà, come ci è stato spiegato da Charlotte Hale, l'oblio è tale solo per i robot, dato che il parco ha raccolto per decenni dati compromettenti su tutti gli ospiti della struttura. Lo scopo ultimo di Reunion è quello di puntualizzare l'importanza connessa a questo fatto, e ai misteriosi fini dell'organizzazione. È un cielo diverso quello che appare a Dolores, condotta da William in un certo luogo, decenni fa. Un cielo senza le stelle di quella notte con Arnold o di quella, alcuni anni dopo, con Logan. È un cielo interno al parco, ad ovest, dove una misteriosa "arma" sarebbe in costruzione.

Li ritroviamo, decenni dopo, ancora una volta William e Dolores, entrambi sul sentiero verso ovest, secondo il nuovo gioco avviato nel parco. Per entrambi si tratta di reclutare quanti più uomini possibile. L'urgenza è più impellente per Dolores, che si aspetta un attacco da un momento all'altro. Vinte le resistenze di un Teddy sempre più sconvolto, la fanciulla si muove verso i Confederados, che vengono facilmente sottomessi. Per l'ennesima volta, la memoria è forza, è controllo, ed è Dolores, che non ha più stelle da guardare, a "illuminare" (per usare le sue parole) gli altri robot sulla strada verso la libertà.

Eppure la sua guida appare molto ferrea, più limitata a distruggere tutti gli oppositori, chiedendo un'obbedienza cieca, piuttosto che a far comprendere la verità e a farsi accettare di conseguenza come guida.“We have toiled in God’s service long enough, so I killed Him". Questa è una frase di cruciale importanza, soprattutto per il valore allegorico che innesca. Sarà interessante comunque comparare nelle prossime settimane il diverso cammino di Dolores e Maeve, il loro presunto raggiungimento della libertà (ma sarà davvero così? Quanto possiamo dirci veramente liberi?).

Per adesso l'incontro tra i due robot viene incorniciato in una prospettiva quasi fuori dal tempo e con pochi riferimenti. Sembrano due personaggi, ognuno protagonista del proprio sogno e della propria storia, che per un singolo momento si trovano in un limbo condiviso, solo per poi ripartire ognuno per la propria strada. Più duraturo è l'incontro tra William e Lawrence, con il primo alla ricerca di compagni per il viaggio. Grande sorpresa, Giancarlo Esposito fa una breve apparizione nei panni di El Lazo, il criminale che nella timeline di 30 anni fa era interpretato dall'attuale Lawrence. Un breve cameo, che ci regala un massacro intenso e fa capire a un deluso William che l'influenza di Robert è tutt'altro che svanita.

Considerazioni sparse:

  • Claire Unabia, interprete di Juliet, appariva solo in foto nella prima stagione. La modella scoprì solo dopo la sua presenza nella serie. Per questo episodio, invece di un recasting, l'attrice è stata effettivamente chiamata a interpretare il personaggio.

  • "Glory", "The Valley Beyond", in ogni caso un posto a occidente. Nel finale dello scorso episodio le attrazioni sommerse dall'acqua venivano ritrovate proprio nella valle occidentale.

  • A questo proposito, curiosa coincidenza, ma James Delos nella puntata cita proprio l'apertura delle acque del Mar Rosso.

  • Va bene l'accostamento Dolores-Dio, ma Westworld sa essere più sottile di una citazione dell'Ultima Cena buttata lì senza motivo.

  • Riascoltiamo la bella cover di Runaway che avevamo già sentito nel trailer della stagione.

  • Teddy ha superato un intero episodio senza morire.

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