Westworld 1x08 "Trace Decay": la recensione

Westworld cade su una delle sue storyline principali chiedendo troppo allo spettatore. Intanto però, costruisce il gran finale di stagione

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Spoiler Alert
Quando si parla di fantascienza e robot fatichiamo così tanto dal liberarci dal cosiddetto "complesso di Frankenstein" che un film come Ex Machina, lo scorso anno, nonostante il suo indugiare su tematiche viste più e più volte e il suo rifugiarsi nel finale in soluzioni rétro di dubbio gusto, poteva essere comunque accolto con un discreto successo. Per quanto riguarda Westworld, l'abbiamo detto subito. Da un certo punto di vista, nulla delle tematiche trattate nella serie HBO è effettivamente originale.

Non gliene facciamo una colpa, intanto perché non sono temi di cui dovremmo smettere di parlare. La commistione tra umano e meccanico, ma anche tra umano e divino, il "ghost in the shell" che ci eleva al di sopra di comportamenti e schemi programmati. Tutto questo è estremamente interessante. In secondo luogo perché Westworld, vuoi per i simpatici espedienti da videogioco, vuoi per il forte tema dell'idea stessa di come si racconta una storia, ha molto altro da offrire come corollario. Eppure in certi schemi si finisce spesso per ricadere, ed è difficile passare oltre.

Tutto questo per dire che la storia di Maeve anche questa settimana è l'anello debole di un progetto che dovrebbe tendere alla verosimiglianza e lavorare sulle sfumature, e che finora ha quasi sempre fatto così. In Trace Decay la vicenda del robot ribelle assume una nuova importanza, aggiunge nuove potenzialità al personaggio di Thandie Newton, e livella su un tono non necessariamente più basso, ma apparentemente diverso la sua storia. Un elemento dissonante, che potrebbe anche starci dato il carattere di rottura che la storia di Maeve ha nei confronti degli equilibri del parco. Ma che cade sotto il peso di alcune considerazioni. Anche questa settimana l'arrendevolezza dei due programmatori nei confronti del robot appare eccessiva. In effetti Sylvester, meglio tardi che mai, cerca di fare qualcosa per fermarla, ma viene bloccato dalla debolezza di Felix, lui sì completamente succube del robot.

C'è anche un momento HAL 9000 con Maeve osserva i due che parlano tra di loro in cui ci aspettiamo da un momento all'altro l'inquadratura sul particolare delle labbra che si muovono. Altro grosso punto interrogativo sono i poteri della donna. È affascinante questo nuovo potere "jedi" con cui Maeve può controllare gli host, ma è anche difficile credere che basti così poco per attivare potenzialità così forti in una macchina del parco. Insomma, tutto questo unito ad alcune frasi come "It's time to recruit my army" ci fa storcere il naso.

Ma non è tutto qui il Westworld di questa settimana, anzi. Tra un House of the Rising Sun e un Back to Black si parla di cambiamenti e rimpiazzi. Il primo molto evidente all'interno del parco, con una nuova Clementine che sostituisce la precedente dopo la dimostrazione violenta vista nell'ultimo episodio. Più nello specifico, entra nel cast Lili Simmons, che gli spettatori conoscono già per Banshee e True Detective, e che con il west aveva avuto già a che fare al cinema nell'interessante Bone Tomahawk. L'altro grande cambiamento è quello di Theresa, ma non quello che ci aspettavamo. Davamo per scontata la sua sostituzione con un robot, quello apparso in costruzione nello scantinato, e invece la sua morte viene liquidata con il più classico, e sospetto, degli incidenti. Forse l'idea verrà riciclata con Elsie?

Intanto, frammenti del passato iniziano a crollare sulle macerie del presente. Ed è questo, più di tutto, a unire le storyline dell'episodio. Dolores, Teddy, Maeve. Ognuno di loro soffre i fantasmi delle tragedie occorse e mai davvero superate. A un livello più alto e simbolico, Westworld può essere interpretato anche così: l'impossibilità di dimenticare davvero il dolore. A un livello più narrativo, la ricorsività del dolore apre le porte a nuove storie e nuovi capovolgimenti: il cammino verso la verità che ci aspettiamo porterà più storie a convergere nel tempo ("when are we?") e nello spazio. Lo stesso dolore che entra attraverso l'uomo in nero nella programmazione di Maeve, sconvolgendone la personalità oltre i desideri dei creatori. Mentre alla ricerca del labirinto l'uomo in nero e Teddy uccidono il minotauro e incontrano una Talulah Riley in un ruolo un po' diverso, arriviamo più vicini che mai a scoprire le vere motivazioni del personaggio di Ed Harris. Senza dubbio ne sappiamo molto di più, e forte è la sensazione che si stia preparando qualcosa di grande per il finale.

State seguendo la serie? Diteci cosa ne pensate nei commenti.

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