Weekend, la recensione
Indifferenza. Questo (non) ti lascia addosso Weekend, un piccolo dramma sconclusionato con ambizioni da thriller diretto da Riccardo Grandi, il cui sapore finto e posticcio non fa che tenere lo spettatore lontano da qualsiasi tipo di immedesimazione.
Eppure l’ambizione a fare un diverso e accattivante prodotto di genere c’era. L’atmosfera cercata, data dagli elementi principali, è insieme al thriller quella dell’horror: c’è la casa nel bosco, un gruppo di amici, l’ombra di un omicidio, la lotta per la sopravvivenza. Weekend è infatti un film ambientato in un unico luogo, una baita in pieno inverno, in cui quattro vecchi amici (interpretati da Alessio Lapice, Eugenio Franceschini, Jacopo Olmo Antinori, Filippo Scicchitano) si ritrovano dopo essere stati sedati a un vernissage organizzato dalla madre di Alessandro (Lorenzo Zurzolo), un loro vecchio amico morto misteriosamente in quella stessa baita anni prima. I quattro per uscirne devono trovare tra loro il colpevole e farlo parlare davanti alla telecamere, poste in diversi angoli della casa. Ognuno ha avuto un motivo per odiare Alessandro, tutti sospettano di tutti. Ma come sarà andata veramente?
Riccardo Grandi prova col genere e ottiene un prodotto medio, che strizza l’occhio molto di più alla produzione televisiva che alla complessità cinematografica. La regia non osa mai, è sempre invisibile, timida, poco inventiva; non avendo una storia forte dietro cui nascondersi ma dovendo all'opposto mettersi in prima linea, creando ciò che la trama non racconta (in modo obliquo, sottile, significante attraverso le immagini e non le parole) questa invece sbaglia, tremendamente, il suo compito.