WE3 - Noi 3, la recensione

Abbiamo recensito per voi l'edizione RW-Lion di WE3, opera di Grant Morrison e Frank Quitely

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

WE3, anteprima 01Quale fumetto può trasformare un profano in un cultore della Nona Arte? Di titoli fondamentali ce ne sono tanti, e WE3 - Noi 3, riproposto di recente da RW Edizioni - Lion Comics in un elegante cartonato, è certamente uno di essi. Pubblicato nel 2004 in una miniserie di tre numeri dall'etichetta Vertigo della DC Comics, è frutto dello stesso sodalizio artistico che negli anni ha partorito opere amatissime e celebrate come All Star Superman, New X-Men e Batman & Robin. Stiamo ovviamente parlando dello sceneggiatore Grant Morrison e del disegnatore Frank Quitely, uno dei team creativi più preziosi che i comics abbiano da offrire oggigiorno.

WE3 è ambientato in un presente non così diverso dal nostro, una realtà in cui il governo statunitense ha finanziato per anni un progetto militare segreto che ha trasformato tre animali domestici - un cane, un gatto e un coniglio - in ibridi robotici in possesso di un’imponente arsenale bellico; potenziati da armature ipertecnologiche, i cuccioli sono divenuti delle inarrestabili armi viventi dalla notevole potenza di fuoco.

Il Progetto N.O.I. (Nuovo Organismo Ibrido) è ora destinato alla chiusura per lasciare posto a nuovi modelli ancor più potenti e letali, ancor meno vivi. Di fronte alla prospettiva di morte, le tre cavie, aiutate dalla giovane dottoressa Roseanne Berry, intraprendono un viaggio per tornare a casa. Inizia così un serrato inseguimento durante il quale l’esercito statunitense dovrà cercare di insabbiare la vicenda con il minor numero di vittime possibile. Come dimostrano le tavole splatter di Quitely, le cose andranno molto diversamente.

WE3, anteprima 03

Il soggetto di Morrison parte da un’idea molto semplice e quasi da favola, tre animali in fuga, a cui vengono applicati dei tratti fantascientifici e un enorme quantitativo di violenza esplicita. Scorrendo le pagine del volume è arduo non lasciarsi travolgere dal ritmo incalzante degli eventi, dal crescente pathos e dall’alternanza di situazioni tragiche e intimiste.

Per quanto pregna di azione e ultraviolenza, la storia ha però al suo nucleo le tematiche animaliste tanto care allo scrittore scozzese (si veda il suo ciclo narrativo di Animal Man), che non perde l’occasione di sferrare tra le righe un duro attacco nei confronti della sperimentazione sugli animali e delle rigide politiche guerrafondaie dei potenti.

Morrison fa tutto ciò catalizzando l’attenzione del lettore tramite una pregevole costruzione dei personaggi, concepiti per creare un'immediata empatia. Sono piccoli ma significativi espedienti narrativi a rendere WE3 tanto struggente: il nome delle bestiole sintetizzato in un algido numero, il curioso linguaggio fonetico creato appositamente per loro, la caratterizzazione basata sulle propensioni originali - il cane fedele, il gatto indipendente, il coniglio mite - ma anche il disperato rincorrere un luogo chiamato "casa" che in realtà non esiste, essendo i tre nati in laboratorio.

WE3, anteprima 02

Ciò che rende WE3 un fumetto imprescindibile, degno di stare nella libreria di chiunque, è però l’arte di un Frank Quitely in stato di grazia. La capacità di tradurre in immagini la visionaria sceneggiatura di Morrison rappresenta infatti il vero punto di forza dell'opera, chiaramente progettata per liberare la strabordante potenza creativa del disegnatore. L’espressività con la quale Quitely riesce a sublimare i diversi stati d’animo dei protagonisti rende superflua ogni didascalia o balloon: gli sguardi, i volti e le posture dei personaggi sono ricchi di dettagli che conferiscono eloquenza e drammaticità ad ogni singolo frangente della vicenda.

La profondità e la vividezza delle illustrazioni è tale da catapultare il lettore al centro della storia, raccontata con un taglio cinematografico ma allo stesso tempo sfruttando all'inverosimile le potenzialità del medium tramite soluzioni visive letteralmente mai viste prima in un albo a fumetti. Il montaggio delle tavole è poi figlio di uno storytelling ispirato e virtuoso che decostruisce la gabbia per ricomporla attraverso piccoli, frenetici frame che rendono la narrazione ancor più dinamica, definita e - considerando tutto - sorprendentemente fluida.

Colpisce, infine, la capacità di Quitely di immaginare la tavola priva qualsivoglia limite, come si può notare dall'originale utilizzo delle vignette, che, di tanto in tanto, perdono la loro funzione primigenia di contenitori per ruotare intorno ai soggetti in azione o sovrapporsi l'un l'altra per creare ipnotici mosaici in movimento. Sono davvero pochi i fumetti capaci di fare qualcosa di paragonabile, lasciare a bocca aperta l'avventore casuale quanto l'appassionato, alzando l'asticella per tutti quanti: l'operato di Quitely in WE3 rappresenta forse il picco di tutta la sua produzione artistica e certamente una piccola, meravigliosa rivoluzione nella concezione estetica del medium.

Ci si rifà gli occhi, dunque, si piange e ci si appassiona, si esulta per le vittorie così come ci si incupisce per le sconfitte. WE3 - Noi 3 è un'opera universale capace di parlare a ogni genere di pubblico (magari non adatta a quello facilmente impressionabile, dato il quantitativo di violenza): una lettura imprescindibile per ogni amante della Nona Arte e il perfetto biglietto da visita per un potenziale nuovo estimatore del Fumetto, probabilmente il mezzo espressivo meno esplorato, ad oggi. Ma non da Grant Morrison e Frank Quitely.

WE3, anteprima 04

Continua a leggere su BadTaste