We are your friends, la recensione
Celebrazione del mondo della dance e del ruolo del DJ, We are your friends però è così parziale e sincero, così vicino alla storia da essere indiscutibile
Il film celebra Zac Efron, DJ bravo ma alle prime armi, che ha il talento di far ballare la gente ma ancora deve trovare la sua strada e la sua personalità per essere "grande". Con lui una serie di amici che sognano un domani migliore ma hanno solo un oggi peggiore per le mani, massima che potrebbe valere anche per il protagonista se non incontrasse il grandissimo James, affermato e noto DJ che vede in lui il talento per sfondare. Il problema però è che James sta con Sophie, ovvero Emily Ratajkowski (inquadrata con dovizia di dettagli per tutto il film in piena sintonia con i desideri del pubblico), ragazza trofeo insoddisfatta e pronta a passare al modello più giovane e rampante.
E non si ferma nemmeno di fronte alla droga (ovviamente qualcuno ci dovrà restare secco ma dalla maniera in cui viene assunta senza problemi è abbastanza chiaro l'atteggiamento del film nei suoi confronti), davanti al maschilismo andando a riprendere i veri festival per come si svolgono, in cerca dei rumori ambientali più concreti, beandosi dei luoghi hipster, dell'umanità tipica della San Fernando Valley, della stupidità adolescenziale e della piccineria di alcuni suoi personaggi.
Certo l'obiettivo rimane quello di tutti i film sulla sua medesima scia, cioè montare un'epica sentimentale questa volta intorno al mondo della dance e alla professione del DJ (con una stucchevole sequenza didascalica sul parallelo tra il beat e il battito cardiaco), ma lo fa credendoci così tanto e conoscendo così tanto quel mondo da essere inevitabilmente coinvolgente. Non può e non vuol essere Eden di Mia Hansen-Love (suo perfetto gemello europeo e autoriale), non ne ha la complessità e la profondità d'intenti, ma lo stesso mantenendosi fedele al proprio genere Max Joseph centra il suo obiettivo e forse anche di più.