Wayward Pines 1x10 "Cycle" (series finale): la recensione

Wayward Pines conclude la sua corsa nel peggiore dei modi: così termina la promessa mancata della Fox

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Spoiler Alert
Doveva essere un disastro, e un disastro è stato, forse ancora peggiore nelle sue conclusioni di quanto fosse possibile attendersi alla vigilia. Nessuno scatto d'orgoglio per Wayward Pines, nessuna voglia di costruire almeno un degno epilogo ad una vicenda tra le più incoerenti raccontate negli ultimi anni. La minaccia degli Abi che si abbatte sulla cittadina di Pilcher suona come una liberazione, per i suoi protagonisti e per gli spettatori: un minuto estenuante dopo l'altro, termina la sua folle corsa la serie evento della Fox, iniziata come una celebrazione di Twin Peaks e terminata come una distopia senza alcun controllo né logica. Un'esperienza talmente negativa da diventare quasi emblematica di ciò che non funziona oggi nelle tv broadcast.

Gli Abi entrano a Wayward Pines e iniziano a fare strage degli abitanti. Pilcher, in pieno delirio di onnipotenza, non solo ha tolto la corrente alla città, ma si rifiuta categoricamente di inviare squadre di soldati in soccorso dei superstiti. Mentre Ethan, Kate e Theresa collaborano per salvare più gente possibile, Pam per la prima volta si ribella contro suo fratello, pagandone le conseguenze e finendo ibernata. Alla fine comunque qualcosa scatterà nella mente anche dei più fedelissimi, e sarà proprio Pam a tornare per sancire la fine del regno del terrore di Pilcher. Ethan nel frattempo si sacrifica, mentre Ben conferma la propria inutilità finendo vittima dell'incidente più assurdo di sempre e risvegliandosi dal coma tre anni dopo, svolta necessaria esclusivamente per chiudere la serie su un epilogo che per assurdità non ha nulla da invidiare a quello del Pianeta delle scimmie di Tim Burton.

Abbiamo iniziato a seguire Wayward Pines interrogandoci sulle molte domande poste dalla serie, dubitando di ogni cosa. Poi sono arrivate le risposte, e abbiamo dubitato anche di queste, se non altro perché per la loro incoerenza aprivano tutta una serie nuove questioni. Poi sono arrivate le conferme e le ultime schermaglie, ma a quel punto già non ci interessava più nulla. Per il semplice motivo che per prima la serie prodotta da Shyamalan ha dimostrato di non avere una grande considerazione di sé. È uno scherzo estivo e nulla più, e poco importa che il debutto sia stato il più grande mai organizzato per una serie, se poi nulla di ciò che è stato raccontato ha avuto un senso.

Anche in quest'ultimo caso Pilcher toglie il freno a mano e cammina spedito verso la follia, blaterando di gruppi C e di ennesimi restart. Pam completa quello stravolgimento della sua personalità necessario a fargli uccidere Pilcher, anche se ciò è stato del tutto incoerente con il clone dell'infermiera Mildred Ratched che abbiamo visto nelle prime cinque puntate. Imperdonabile il fatto di non averci concesso una vendetta sulla Fisher. Ci dovremo accontentare di una botta in testa a Ben, che si risveglia dal coma molti anni dopo, trovandosi di fronte la sua vecchia amica Amy in uniforme da infermiera. Per un orribile, infinito secondo sorge il dubbio che tutto ciò che abbiamo visto sia stato un sogno. Poi scopriamo che non è così, ma la verità non è molto migliore. In pratica i giovani hanno preso il controllo della città, congelando gli adulti e uccidendo chi voleva fuggire (per andare dove?), addirittura Pilcher è stato rivalutato come eroe e gli è stata dedicata una statua (non chiediamoci come sia stata realizzata). Sguardo attonito di Ben – non troppo diverso dal solito, in verità – e fine della serie.

Senza entrare troppo in dettagli già esaminati nelle scorse settimane, tutto si può ridurre ad una sola parola: superficialità. L'idea generalizzata e costante che non è necessario impegnarsi troppo, né come storia, né come dialoghi, né come interpretazioni, perché in fondo non ne vale la pena. L'idea che i personaggi, con le loro motivazioni e personalità, non esistono se non come mezzi di una trama che deve andare in un certo modo perché qualcuno ha deciso così. L'idea che gli eventi televisivi si costruiscono a tavolino e a priori, vivendo solo di hype e annunci, ma che al momento decisivo non hanno bisogno di essere confermati.

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