Wayward Pines 1x01 "Where Paradise is Home": la recensione
Diretto da M. Night Shyamalan, l'atteso pilot di Wayward Pines, la serie che omaggia Twin Peaks e Lost
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Il protagonista della serie è l'agente speciale Ethan Burke (Matt Dillon, anche il migliore del cast), che si ritrova nella cittadina da cui prende il nome la serie per rintracciare due suoi colleghi scomparsi da tempo. Ciò che non sa è che il piccolo paesino incastonato tra le montagne presenta più di un lato oscuro. Tutti sembrano avere qualcosa da nascondere, lo trattano come se fosse al centro di una grande recita, e naturalmente lasciare il posto non è affatto semplice. Apparentemente sono dalla sua parte la giovane fuggitiva Beverly (Juliette Lewis), che lo aiuterà in un primo momento, e l'ex collega Kate Hewson (Carla Gugino), che ritroverà nel finale e che lo indirizzerà confermando buona parte dei suoi sospetti, aprendo al tempo stesso la porta a nuove domande. Completano il gruppo di cast tre nomi noti come Melissa Leo e Toby Jones, rispettivamente nei panni dell'infermiera Pam e del dott. Jenkins, e Terrence Howard, che mentre si gode il successo del suo ruolo in Empire, sempre sulla Fox, qui interpreta lo sceriffo locale.
Ed è con un approccio di questo tipo che entrano in scena tutta una serie di nuove fascinazioni e punti di riferimento impossibili da ignorare. La scena iniziale omaggia il celebre prologo di Lost, ma la scrittura va oltre, attingendo a tutto quell'insieme "distopico" che, in senso più classico, si diverte a porre l'uomo comune in una situazione eccezionale: c'è quindi un collegamento lungo trent'anni fra Il Prigioniero e The Truman Show, modelli ai quali è difficile non pensare nella bella scena (assurdo non aver chiuso l'episodio con quel climax) in cui Ethan arriva alle mura della città, realizzando di trovarsi in una prigione a misura di cittadino. E, tanto per rimanere in tema di non-luoghi e uomini in fuga, quando due persone durante un temporale trovano rifugio in una piccola costruzione tra i boschi, è difficile non pensare a Shutter Island. E se consideriamo che il protagonista potrebbe soffrire di allucinazioni a causa di un trauma mai superato, il gioco è fatto.
Dialoghi, situazioni e interpretazioni nella media, e l'ottima prospettiva di trovarci di fronte ad una miniserie (quindi nessun vicolo cieco e un finale che dovrebbe rispondere a tutto) ma anche la sensazione che qualunque intuizione, anche quella al momento non compresa, sia debitrice del lavoro di qualcun altro. Ecco che quindi, nel momento in cui scopriamo insieme a Ethan un biglietto che dice "There are no crickets in Wayward Pines", tutto quello che leggiamo è "Owls are not what they seem".