Watchmen - recensione di un neofita

Mirabile, violento, maestoso, enigmatico ma anche algido come il cuore di Dr. Manhattan: è il Watchmen di Zack Snyder, visto attraverso gli occhi di uno che non ha mai letto la graphic novel di Alan Moore...

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Recensione a cura di Andrea

TitoloWatchmen
RegiaZack SnyderCastJeffrey Dean Morgan, Patrick Wilson, Malin Akerman, Jackie Earle Haley, Billy Crudup, Matthew Goode 
Uscita6 marzo 2009
La scheda con i trailer

Quando due anni fa venne annunciato che Zack Snyder finalmente avrebbe girato Watchmen - adattamento del quale conoscevo la storia quasi leggendaria (in vent'anni ci hanno provato praticamente tutte le major tranne la Disney a realizzarlo) ma di cui avevo mai letto il fumetto d'origine, una delle graphic novel più acclamate della storia - decisi che non avrei letto l'opera di Alan Moore. Avevo appena visto 300, adattamento cinematografico di un altro fumetto molto noto, e sapevo che Zack Snyder si era distinto per la sua fedeltà quasi maniacale al materiale d'origine (e per aver diviso non poco la critica). Conoscevo fan di Watchmen terrorizzati all'idea che materiale considerato infilmabile sarebbe stato portato al cinema, ne conoscevo altri terrorizzati all'idea che fosse Snyder ad occuparsene, e così decisi che non volevo essere influenzato dall'attaccamento a una storia che aveva appassionato milioni di lettori - ben conscio, peraltro, che qui su BadTaste.it già abbiamo un grande fan del fumetto (Colinmckenzie) che ovviamente recensirà con gli occhi di questi lettori.

Oggi ho visto Watchmen, e questo è quello che penso del film in sé, a prescindere dal materiale d'origine, ben conscio comunque che Zack Snyder ha (dichiaratamente) voluto intrecciare così fittamente il suo prodotto al fumetto di Alan Moore da rendere, forse, questa mia critica un po' monca.

Spettacolare, elegante, maestoso, formale, Watchmen è un meccanismo a orologeria (un riferimento quasi costante nel film) che non annoia, piuttosto segue delle tracce ben segnate, le ripercorre passo dopo passo senza mai uscire fuori strada. Forse è questo che lo rende freddo, meglio dire algido - tanto da rendere sopportabili persino le scene più cruente (e ce ne sono molte). O forse il fatto che ci siano troppe storie, troppi personaggi, e alla fine non si riesca ad appassionarsi ad alcuno di loro, non si capisce quale arco sia il più importante per il film: l'idealismo vendicativo ma umano di Rorschach? quello senza etica di Veidt? lo scavare nel proprio passato dello Spettro di Seta (una sotto-trama che sembra inserita per dare profondità a un personaggio altrimenti impegnato solo in un triangolo amoroso)? Ogni protagonista sembra avere già scritta la propria storia davanti a sé. Non c'è neanche una Umanità per la quale tenere: il film si concentra più sui demoni personali dei vigilanti piuttosto che sul destino comune del Genere Umano, tanto che il messaggio nichilista di base lascia più concordi che sbigottiti.  

Ad ogni modo Watchmen, ripeto, non annoia: la sua ricchezza, prima ancora che visiva, è nei contenuti. Alcuni dicevano che la storia andava attualizzata, ambientandola ai giorni nostri, ma a mio parere costoro si sbagliavano: chi, come me, è nato a metà degli anni ottanta (e quindi non ricorda praticamente niente del periodo storico su cui il film costruisce la sua realtà parallela) può tranquillamente trovare termini di paragone nell'attualità recente, grazie all'Undici Settembre. E così il vero motore del film sono i riferimenti fantapolitici, ma più di tutto l'investigazione di Rorschach, grazie alla quale la storia si tinge meravigliosamente di noir e di mistero.

E sono proprio le tonalità che scandiscono il film a renderlo assolutamente godibile: tributo al fumetto, sicuramente, ma anche grande esperimento di cinema dichiarato sin dalla sequenza dei titoli di testa, dove le scene lentamente si scongelano dalla fissità bidimensionale per animarsi letteralmente. Sono le atmosfere (palpabili nonostante gli effetti visivi) che trasformano questo film in un vero e proprio miscuglio di generi: atmosfere noir, fantascientifiche, kolossal e persino erotico/kitsh (penso alla divertentissima - credo soprattutto grazie alla colonna sonora - scena di sesso nell'astronave del Gufo Notturno).

Chi temeva che Snyder avrebbe infarcito il film di ralenti si metta il cuore in pace: questa tecnica è ufficialmente parte del linguaggio del regista, tuttavia questa volta è stata dissezionata attraverso diversi espedienti (lentissimi carrelli, freeze-frame) e non risulta eccessiva, anche perchè in diverse situazioni permette i godersi l'enorme quantità (e qualità) dei dettagli con cui ogni sequenza è stata arricchita. Il ritmo, in generale, procede maestoso tenendo sempre acceso l'interesse dello spettatore (almeno di chi la storia già non la conosce). A volte, comunque, si scade in un eccessivo manierismo, penso soprattutto a un riassunto non richiesto (che ripropone addirittura alcune sequenze appena mostrate) verso la fine del primo atto, o al finale un po' prevedibile tra i due Spettri di Seta.

E, parlando proprio dei personaggi, quelli che risultano meglio caratterizzati sono sicuramente Rorschach e Dr. Manhattan - al primo sono dedicate alcune delle sequenze più elettrizzanti del film (penso praticamente a tutte le scene in prigione), mentre al secondo sono dedicate quelle più poetiche ed enigmatiche (semplicemente splendido tutto il flashback sull'incidente nucleare, o il momento romantico con lo Spettro di Seta II su Marte). Il Comico riesce a ritagliarsi un bel po' di caratterizzazione grazie ai flashback del suo funerale, ma lo si vede comunque troppo poco. Il Gufo Notturno risulta viscido al punto giusto (grazie all'ottimo Patrick Wilson che riesce a essere diverso a ogni interpretazione) - mai però quanto Adrien Veidt, che tuttavia è il personaggio meno approfondito.

Dal punto di vista tecnico il film è quasi perfetto, se non fosse per una terribile pecca: fotografia curatissima, così come gli effetti visivi e la colonna sonora (a parte qualche scelta musicale davvero didascalica, come il Requiem di Mozart in una delle scene finali), ma ci sono due makeup davvero mal realizzati - quello di Nixon (il cui naso è veramente eccessivo) e quello del primo Spettro di Seta, una Carla Gugino riconoscibilissima sotto il mascherone invecchiante.

Tutti questi dettagli innalzano il film di Zack Snyder ben più in alto della mera dimostrazione che il fumetto di Alan Moore non è infilmabile. Watchmen è, soprattutto, un esperimento colossale che non può che creare ammirazione...

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