Warning, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2021
Agata Alexander compie il suo esordio alla regia di un lungometraggio con Warning, un insieme di storie che esplorano le conseguenze della tecnologia sulla vita umana
Dopo una lunga esperienza nel mondo dei video musicali, Agata Alexander si cimenta con la regia di un lungometraggio e firma Warning, un progetto che intreccia numerose storie diverse per dare vita a un insieme che faccia riflettere sul significato dell'esistenza e sui comportamenti umani in un mondo in cui la tecnologia diventa quasi una presenza "divina" e le relazioni umane sono segnate da possibili influenze e condizionamenti, non solo sociali, mostrando anche chi lavora nello spazio o androidi alla ricerca di un nuovo scopo nella vita.
I tanti tasselli di cui si compone il lungometraggio si svolgono in contemporanea intrecciandosi uno con l'altro mentre il destino dell'intero pianeta sembra stia per essere segnato da un'incombente tragedia.
La storia prende il via quando David (Thomas Jane), durante un controllo di routine, si ritrova ad andare alla deriva nello spazio senza riuscire a comunicare con qualcuno. L'uomo, mentre fluttua, osserva a distanza la Terra dove si svolgono tutti gli altri racconti, riflettendo sulle scelte compiute nella sua vita ora che il suo tempo a disposizione sembra stia per finire.
Sul nostro pianeta c'è invece Charlie (Rupert Everett), un robot - compagno che viene ormai considerato un modello superato, nonostante Brian (Thomasz Kot) cerchi di "riciclarlo" trovandogli nuove opportunità lavorative. Claire (Alice Eve) è invece una giovane abituata ad avere il sostegno di un dispostivo chiamato "Dio" in ogni decisione presa quotidianamente, andando totalmente in crisi quando avviene un guasto.
Le relazioni sentimentali sono al centro di altri due racconti: Ben (Patrick Schwarzenegger) e Anna (Kylie Bunbury) sembrano perfetti uno per l'altro, ma la tecnologia potrebbe ostacolare la loro relazione; mentre Nina (Annabelle Wallis) e Liam (Alex Pettyfer) sono pronti a compiere un passo importante e il giovane ha deciso di rinunciare alla sua immortalità per invecchiare accanto alla donna amata, ma i suoi genitori (Annabell Muillion e Richard Pettyfer) hanno delle idee molto diverse. La giovane in crisi economica Magda (Garance Mallier), pur di guadagnare qualcosa, accetta di sottoporsi a una procedura che permette a un cliente di mezza età di "abitare" mentalmente il suo corpo giovane per 48 ore, ma non tutto fila liscio.
Il mix di idee, situazioni e interpretazioni non è sempre allo stesso livello, rendendo la visione già frammentata ancora più dispersiva. Visivamente i vari tasselli sono però realizzati con una grande attenzione per i dettagli e le scenografie contribuiscono a trasmettere con efficacia l'idea di trovarsi di fronte a un mondo realistico e coerente. Le interpretazioni dei vari protagonisti sono davvero convincenti, anche nelle situazioni più complesse ed estreme come quella di David disperso nello spazio, affidato a un sempre intenso Thomas Jane, o quasi surreali come le difficoltà di Claire, che ha il volto della sempre affascinante Alice Eve, e le peripezie del robot portato in vita da un camaleontico e irriconoscibile Rupert Everett. In modo più o meno chiaro, Warning prova e esplorare in modo originale le conseguenze dello sviluppo della tecnologia e della ricerca di un senso della vita in un mondo in continua evoluzione. Sospesa tra amarezza e malinconia, la sceneggiatura firmata da Agata Alexander, Jason Kaye e Rob Michaelson offre un approccio critico e leggermente cinico alle scelte compiute dagli individui e alle regole che la società impone, mantenendo sempre l'attenzione sul lato umano degli eventi, elemento che si rivela vincente per dare coerenza e sostanza all'intricata rete di storie. Il montaggio di Nikodem Chabior e Cam McLauchlin dà inoltre a questo suggestivo puzzle la capacità di svilupparsi senza creare troppa confusione, dando a ogni tassello lo spazio adeguato per spiegarne l'importanza.
La regista polacca Agata Alexander dimostra con Warning la propria originalità e capacità di avvicinarsi al cinema di genere senza rinunciare a esplorare strade nuove o ricorrere a cliché fin troppo utilizzati nella fantascienza.