Warcraft III: Reforged, dietro alle polemiche si cela un RTS senza tempo | Recensione
La delusione maggiore è che Warcraft III: Reforged non è altro che un restyling grafico che colpevolmente rinuncia a qualche feature saliente dell’originale
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Non è facile, ma bisogna fare lo sforzo di separare Warcraft III: Reforged dalle polemiche, inevitabili, che gli sono piovute addosso sin dal giorno in cui si è palesata la triste realtà che delle tante innovazioni millantate da Blizzard Entertainment, negli anni e nei mesi precedenti alla pubblicazione effettiva di questa remastered, se ne sarebbero viste ben poche nel prodotto finale.
Senza alcun timore di smentita, si può sostenere che siamo di fronte ad uno di quei titoli che hanno rivoluzionato il medium, opera che travalica i suoi confini fisici, che con il suo lascito ha affascinato milioni di videogiocatori in tutto il mondo, ha dato forma a nuovi generi videoludici, ha scandito le tappe evolutive della stessa software house che gli aveva dato i natali.
Age of Empires, altra saga inevitabilmente citata quando si parla di RTS, potrà anche fregiarsi di un gameplay più stratificato, ma Warcraft III ha scavato una linea di demarcazione netta tra il prima e il dopo. La trama che sorregge le campagne ha forgiato una lore che è entrata di diritto nel linguaggio comune di qualsiasi videogiocatore degno di questo nome. I MOBA, oggi seguitissimi soprattutto in ambito eSport, sono sorti da una mod creata con l’editor dello strategico. Blizzard ha modellato World of Warcraft ed Hearthstone, entrambi campioni d’incasso e fenomeni culturali a tutto tondo, proprio a partire dall’epopea di Arthas e soci.
Già solo per il valore storico assunto da questa pietra miliare, insomma, varrebbe la pena giocarsi il remake, ma la buona notizia è che si tratta tutt’ora di un ottimo RTS, longevo, appassionante, dannatamente attuale. Non c’è più la sorpresa, la certezza di trovarsi di fronte a qualcosa di rivoluzionario ed innovativo, ma fa ancora un certo effetto avere a che fare con uno strategico così sottilmente proteso al genere degli RPG.
Più che altrove, il ruolo degli eroi è fondamentale, primario nell’economia delle battaglie che vi condurranno alla vittoria. La raccolta di risorse e la buona gestione degli abitanti sono naturalmente fondamentali per non restare a secco di materie prime, eppure a decidere l’andamento della partita è spesso l’esplorazione, utile per imbattersi in portentosi manufatti, e il corretto utilizzo delle molte abilità di cui godono i personaggi principali che nel corso delle campagne vi accompagneranno costantemente.
Una tempesta di fulmini al momento giusto, un incantesimo di guarigione lanciato con tempismo perfetto, fanno la differenza, principale discriminante tra la buona riuscita del proprio piano offensivo ed una disastrosa disfatta.
Ciò vale tanto più nelle partite competitive online, match particolarmente ardui, e anche per questo tremendamente affascinanti, la cui difficoltà dipende soprattutto dalla presenza di una folta community che continua ininterrottamente a dichiararsi guerra da diciotto anni a questa parte.
Purtroppo, proprio considerando l’ambito multiplayer di Warcraft III: Reforged, pensando soprattutto ai neofiti, cominciano a venire a galla le molteplici criticità di questa riproposizione. Non esiste un sistema di ranking che tenti di equilibrare le partite, né ci si può affidare ad un sistema di filtraggio per il matchmaking.
Ciò che è peggio, attualmente non sono più disponibili le campagne personalizzate, vero e proprio plus che ha reso tanto famoso ed apprezzato il titolo soprattutto tra i più smanettoni della community, utenti che con le loro creazioni hanno continuato per anni a pompare nuova linfa vitale nella creatura di Blizzard.
Anche il pur riuscito restyling grafico non è esente da critiche. I modelli poligonali sono di ottima fattura, i nuovi set di animazioni convincono, le mappe palesano un livello di dettaglio più che soddisfacente. Peccato per qualche inspiegabile rallentamento, per la saturazione dei colori eccessiva, per l’impossibilità di attivare e disattivare l’originale veste grafica del gioco se non uscendo dalla partita in corso.
[caption id="attachment_208157" align="aligncenter" width="1000"] Impossibile non affezionarsi ai tanti protagonisti in cui vi imbatterete nel corso delle campagne incluse nel gioco.[/caption]
Impossibile non biasimare Blizzard anche per il mancato restauro della trama, promessa fatta in sede di presentazione della remastered. Warcraft III: Reforged, difatti, avrebbe dovuto riallineare l’RTS alla lore, al canone della saga che nel mentre si è evoluto, apportando qualche cambiamento qua e là. Purtroppo, ed in questo caso la polemica è più che comprensibile, non solo tutto è rimasto uguale al passato, ma sono state negate le nuove cut-scene, i dialoghi, la regia digitale più dinamica tanto desiderate dallo zoccolo duro dei fan.
Come detto poco sopra, siamo di fronte ad una serie di campagne quanto mai coinvolgenti anche sul profilo squisitamente narrativo, ma da questo punto di vista il passare del tempo si fa notare con maggior intensità ed una svecchiata avrebbe fatto sicuramente bene.
La delusione maggiore, insomma, è che Warcraft III: Reforged non è altro che un restyling grafico che colpevolmente rinuncia a qualche feature saliente dell’originale, come il ranking per i match online e le campagne personalizzate. Nessun aggiornamento in termini di gameplay, nessuna ritoccata alla trama.
Il vero peccato originale di Blizzard, tuttavia, consiste nell’obbligatorietà di utilizzare questa nuova versione per continuare a giocare online. Chiunque possegga l’originale, insomma, per sfruttare le funzionalità di rete si vedrà costretto a scaricare, gratuitamente, la rivisitazione estetica dell’RTS, rinunciando automaticamente alle feature di cui sopra.
Warcraft III: Reforged, in definitiva, è consigliato soprattutto ai neofiti amanti del genere. Chi si godrà per la prima volta le vicende di Arthas e di tutti gli altri si immergerà in un’epopea emozionante, longeva, sorprendente. Le vecchie leve, al contrario, non potranno che criticare lo scarso impegno dimostrato da Blizzard, rea di aver castrato un gioco quasi perfetto e godibilissimo anche nel 2020.