War Painters (1915 - 1918): Come l’Arte salva dalla guerra, la recensione

Abbiamo recensito per voi War Painters (1915 - 1918): Come l’Arte salva dalla guerra, di Laura Scarpa

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Cento anni fa, nel novembre del 1918, si concludeva la Prima Guerra Mondiale, esplosa nel luglio del 1914 in Europa e poi allargatasi oltre i suoi confini. Il conflitto vedeva contrapposte le forze della Triplice Intesa, composta da Francia, Gran Bretagna, Russia (a cui aderì anche l'Italia) e quelle della Quadruplice Alleanza, formata dagli Imperi Austro-Ungarico, Tedesco, Ottomano e dal Regno di Bulgaria. Mai prima di allora un evento bellico aveva raggiunto una tale portata, con un impatto così devastante a livello internazionale per estensione dei fronti, numero di stati coinvolti, tecnologia utilizzata e costo di vite umane.

La “Grande Guerra”, come spesso viene chiamata, fu una delle carneficine più immani della nostra Storia, talmente brutale che non si hanno i numeri precisi delle perdite, anche se si stimano complessivamente dieci milioni di morti e dispersi, ventuno milioni di feriti, tra cui otto milioni di invalidi permanenti.

Laura Scarpa, grande firma del Fumetto italiano che quest’anno festeggia il suo quarantesimo anno di carriera, ha voluto commemorare il centenario con War Painters (1915 - 1918) - Come l’Arte salva dalla guerra, pubblicato lo scorso aprile da ComicOut.

War Painters, anteprima 01

Il progetto, come afferma l'autrice stessa nella prefazione, è nato dalla lettura de I fogli del Capitano Michel (Einaudi), di Claudio Rigon, e prende in prestito il nome dai Kriegsmaler, i “pittori di guerra”, un vero e proprio corpo affiancato ai reparti regolari delle armate austro-ungariche che portava al braccio una fascia giallo-nero con la scritta "Kunst" (Arte); figure simili erano presenti pressoché in tutti gli eserciti degli altri stati, nonostante il loro impiego non fosse normato o ufficializzato alla stessa maniera.

La necessità di catturare in una cartolina (il formato dell'epoca era 9 x 14 cm) una scena di vita quotidiana, o l'atto eroico di un soldato, ha suggerito alla Scarpa l'idea e la riflessione che sottendono tutta l'opera: l'Arte può aiutare davvero a vivere e a sopravvivere ai drammi della guerra?

War Painters, anteprima 03

Il brossurato è caratterizzato dall'insolito ma suggestivo formato orizzontale, che acuisce l'effetto evocativo e iconografico; vi sono raccolti un trittico di racconti elaborati tramite il digitale con diverse tecniche pittoriche: dall'acquerello al pastello, dall'acrilico alla tempera. Anche lo stile cambia di volta in volta, privilegiando in alcuni casi la nitidezza del tratto e in altri lasciando che il colore prenda il sopravvento, concentrandosi su un disegno più crudo e realistico oppure simbolico ed emotivo.

I primi due fumetti rappresentano una nuova edizione riveduta e ampliata di lavori già apparsi rispettivamente nel 2014 e nel 2017 sulla rivista online Aces Weekly, di David Lloyd (V for Vendetta); per ognuno dei tre è presente un'interessante e approfondita postfazione, la prima firmata da Maurizio Lucchi e le altre due dalla stessa Scarpa.

Die Kriegsmaler (erano pittori di guerra) è la storia che apre e connota tutto il volume, trasportando il lettore al fianco di un war painter tra le fila dei militari austriaci, in mezzo alle trincee tracciate lungo il confine italiano. Le tavole appaiono come splendide cartoline illustrate unite da una solida logica sequenziale che le combina in un resoconto fedele, amaro e toccante, delle paure e delle speranze di esseri umani logorati dall'angoscia di morire, dai morsi della fame, dalla rigidità della montagna.

War Painters, anteprima 02

Bellezza (il volto) ci parla della scultrice americana Anna Coleman Ladd, che organizza in Francia, assieme al marito medico, un laboratorio specializzato nella creazione di maschere atte a ricostruire i volti distrutti dei soldati francesi da una granata o un'arma da fuoco. Il suo straordinario talento artistico viene prestato al prossimo per mitigare le deformità e restituire la possibilità di potersi mostrare ancora in pubblico con dignità. È la storia più originale, la più dura ma anche la più positiva del libro, che testimonia alcuni degli effetti collaterali meno eclatanti ma spaventosamente atroci di un conflitto: i sopravvissuti mutilati nell'anima e nel corpo, costretti a vergognarsi e a inorridire davanti al proprio aspetto e a nascondersi dagli sguardi orripilati degli altri.

Pane e lardo (la canzone), infine, è la libera interpretazione di un episodio di altruismo realmente accaduto sul nostro fronte tra membri delle truppe italiane e austriache che aggiunge all'Arte la poesia unita alla musica, ossia la canzone. La Scarpa celebra questo formidabile strumento di comunicazione popolare, capace di dare sollievo ai dolori di chi, soffocato in una buca, è preso a osservare i movimenti del nemico, a dare sfogo alle frustrazioni di coloro che derubati della gioventù possono lamentarsi senza timore di essere puniti da un loro superiore.

Ogni atto che compone War Painters nella sua interezza offre un punto di vista narrativo differente sulla mostruosità della guerra e contribuisce a realizzare una testimonianza autorevole e meritevole, un'esortazione incondizionata al suo ripudio.

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