Wallman 2, la recensione
Dopo l'introduzione dei personaggi principali della serie nel primo numero, Jiro, Nami e Kubota, con questo capitolo Boichi entra nel vivo del suo Wallman
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Dopo l'introduzione dei personaggi principali della serie nel primo numero, Jiro (in arte Master Ku), Nami e Kubota, con questo capitolo Boichi entra nel vivo del suo Wallman.
La prima metà del tankobon è occupata da questo arco narrativo denso di avventura, divertimento e delle immancabili scene pepate tra Jiro e Kami, condite dalla consueta ironia. È nella seconda parte del volume tuttavia, che le trame si fanno più drammatiche ed esplodono i temi caratterizzanti questo seinen dirompente: azione e sesso.
Continua la magia narrativa e grafica di questo manga il cui elemento distintivo è sì la magistrale tecnica nel ritrarre esuberanti corpi femminili, ma sarebbe riduttivo risolvere in esso tutto il suo interesse. La sceneggiatura dimostra un'intelligenza sequenziale straordinaria e assolutamente flessibile, capace di gestire un combattimento aereo attorno a un grattacielo o una scena piccante in una vasca, con la stessa spontaneità.
La personalità del maestro Boichi non si riconosce solo nel suo tratto inconfondibile, ma nel mix unico di violenza, erotismo e humor dosati con sapienza certosina e sorretto da un'estrema padronanza delle matite. Non ci si limita a leggere e ad ammirare le sue tavole, le si gusta, aspettando impazienti un nuovo episodio. Parliamo di una manga adatto a un pubblico adulto ovviamente, ma che nel gioco di seduzione e di confronti acrobatici e più giovane e fresco che mai.