Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro
Fin dai primi minuti, con un’introduzione fatta di foto geniali, si capisce subito come il passaggio al lungometraggio non abbia minimamente intaccato la carica innovativa e, allo stesso tempo, classicissima della più divertente coppia cane-padrone della storia del cinema. E’ proprio questa capacità di fondere mirabilmente passato e presente a rappresentare il marchio di fabbrica della prestigiosa ditta Aardman. Chi altri saprebbe unire i classici horror degli anni trenta, quaranta e cinquanta (King Kong, Frankenstein, L’uomo lupo, L’esperimento del dottor K), con pellicole più moderne come Un lupo mannaro americano a Londra? E chi riuscirebbe a frullare tutto quanto in una divertente commedia, che riesce ad ironizzare sui cliché di questo genere, ma senza scadere nella banalità e perdere il proprio tocco personale?
Tutto questo utilizzando una trama piuttosto semplice, ma efficacissima, in cui funzionano anche i (pochi) giochi metacinematografici (che di solito, in altri cartoon, danno vita a fastidiose strizzatine d’occhio allo spettatore). Non sarebbe stato male, peraltro, che alla candidatura agli Oscar come miglior cartone (che dovrebbe sfociare in una vittoria), se ne fossero aggiunte altre per la sceneggiatura, la colonna sonora (che probabilmente però non era eleggibile, considerando che il famoso tema dei loro film si ripete anche qui) e, perché no, per le scenografie.
In questo contesto, per fortuna anche il doppiaggio italiano è assolutamente di livello e non la solita parata di comici televisivi incapaci. Se proprio vogliamo trovare un difetto a questa pellicola, possiamo dire che le cose alla fine si risolvono in maniera un po’ troppo semplice. Ma sono inezie, di fronte ad un’opera così sfolgorante e divertente. E con dei coniglietti così adorabili, impossibile non rimanere conquistati…