Wall Street: il denaro non dorme mai - La recensione

Il famigerato Gordon Gekko, dopo essere uscito di prigione, cerca di tornare in azione e di recuperare il rapporto con la figlia. Il sequel del celebre film di Oliver Stone avrebbe tante carte da giocarsi, ma finisce a secco di fiches...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Wall Street - Il denaro non dorme mai
RegiaOliver Stone
Cast
Michael Douglas, Shia LaBeouf, Carey Milligan, Frank Langella, Josh Brolin, Susan Sarandon
Uscita22-10-2010La scheda del film

Si giocava molto Oliver Stone con questo sequel di uno dei suoi film più famosi e feroci. Wall Street ha segnato una generazione di spettatori, conquistati e/o disgustati dal suo protagonista Gordon Gekko, emblema del crollo dei valori del capitalismo e dell'era reaganiana.

Qui, le premesse per Wall Street - Il denaro non dorme mai erano ottime, considerando che si poteva sfruttare una recentissima crisi mondiale, che ha messo in evidenza il comportamento spregiudicato di tanti uomini d'affari e il modo in cui questo ha messo in ginocchio il pianeta.

Purtroppo, questo sequel sa tanto di un investimento promettente, ma andato a male. Sicuramente, Stone rimane ancora uno dei pochi registi americani che sa raccontare una storia per adulti rivolta al grande pubblico, anche quando affronta temi complicati come le crisi economiche. E' un merito non da poco, come il fatto di andare avanti per più di due ore di film senza stancare.

Tuttavia, di cose che mancano ce ne sono fin troppe per portare a un giudizio positivo. Iniziamo da una caratteristica banale: la cattiveria. Insomma, come dice lo stesso Michael Douglas nel film, "io sono stato condannato e non c'era nessuna vittima". Nella realtà recente abbiamo invece assistito a un furto legalizzato da parte di dirigenti e banchieri, che hanno portato sul lastrico milioni di persone e spesso non hanno pagato per le loro colpe. Insomma, i protagonisti di questo film saranno molto più feroci di quelli visti nel suo predecessore, vero? No, assolutamente. Anche il ruolo di Josh Brolin, il villain di questo capitolo, non è nulla di sconvolgente, considerando quali sono le regole del gioco.

D'altronde, quello che manca a Brolin e agli altri attori qui presenti sembra essere il carisma. Il personaggio di Gordon Gekko 23 anni fa ne aveva da vendere, questi proprio no. Magari sarà un modo per dirci che ormai gli speculatori odierni non hanno neanche quel briciolo di energia e genio che possedevano un tempo e che quindi la situazione è ulteriormente peggiorata, ma se la lezione morale è interessante, l'economia del film non ne beneficia.

E d'altronde manca un personaggio a cui aggrapparsi e che mostri ancora dei sani valori, come era quello di Martin Sheen nella prima pellicola. Inutile chiederlo a Shia LaBeouf, che forse è anche peggiore di tanti altri visto come mente alla sua compagna, oltre a confermare con la sua prova di dover fare ancora tanta strada per poter diventare un attore a cui affidare un film.

E se Michael Douglas sembra recitare con il pilota automatico e più interessato all'assegno da riscuotere che alla pellicola, la vera, grande delusione per il sottoscritto arriva da Carey Mulligan. E' vero che il suo ruolo non le offre grande respiro, ma mi sarei aspettato molto di più dall'attrice di An Education di qualche lacrima e smorfia di dolore.

Non aiuta nessuno una trama banale e prevedibile fin all'inizio, con dei dialoghi che rovinano spesso delle buone occasioni di rendere la storia più profonda e avvincente. Per fortuna, le cadute di tono sono limitate (penso soprattutto a un brutto ricordo di un personaggio sullo schermo, a Eli Wallach impegnato sempre a fischiare come un imbecille e a un brutto incontro fatto soltanto per suscitare il sorriso del pubblico). Ma non è una gran consolazione...

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