Wall-E

Un robottino-spazzino continua a fare il suo lavoro sulla Terra disabitata, fino a quando non arriva Eve. Prima parte straordinaria, seconda con qualche pecca. Comunque, un prodotto notevolissimo e da vedere...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloWall-ERegiaAndrew StantonVoci originali

Ben Burtt, Elissa Knight, Jeff Garlin, Fred Willard, MacInTalk, John Ratzenberger, Kathy Najimy,   
Sigourney Weaver

Uscita17 ottobre 2008Scheda, trailer e foto

Partiamo dall'inizio. I primi cinque minuti di Wall-E, con il cinema d'animazione attuale, c'entrano come i cavoli a merenda. Si sente una canzone di Hello Dolly (a proposito, la follia insita nell'inserire Barbra Streisand in un contesto del genere è geniale) nello spazio e poi arriviamo sulla Terra. O meglio, quello che ne rimane, considerando che è stata completamente abbandonata. Il senso di tristezza e di vuoto sono da pellicola d'autore complessa, anche grazie ad un sonoro perfetto, che gioca proprio su queste sensazioni di inquietudine e sulle attività del robottino. Ma qui, questo dovrebbe essere ormai chiaro, siamo ormai sul campo dell'avanguardia più pura, in cui si può (in quello che dovrebbe essere un prodotto di animazione commerciale) non presentare dialoghi umani per quasi quaranta minuti.

Ma anche nelle cose più semplici il lavoro è di altissima classe. Che dire per esempio del magazzino di Wall-E, che sembra semplicissimo per gli oggetti messi in mostra, ma che chiaramente è il frutto di un complesso lavoro di ricerca che ha coinvolto i responsabili creativi del film? Ma il vero cuore del film è il rapporto tra i due robot, che poi sono quelli che veramente appassioneranno ed emozioneranno il pubblico. La costruzione a livello di sceneggiatura, come capita sempre nei film della Pixar, è perfetta. Non c'è un banale incontro senza problemi, ma si costruisce un rapporto maturo e complesso piano piano, cosa che rende (se possibile) ancora più umani questi due personaggi. Insomma, si potranno citare i nomi di Jacques Tati e di Charlie Chaplin quanto si vuole, tuttavia la realtà è che questo è semplicemente un prodotto Pixar, in cui i tanti soldi del budget non significano scelte scontate e che piacciano a tutti, ma il coraggio di rischiare strade nuove.

I problemi arrivano nella seconda parte e francamente rappresentano un paradosso. Dopo averci conquistato completamente con questi due robottini e convinti al 100% della loro umanità, la pellicola viene 'rovinata' dalla presenza di umani ultraobesi e ormai incapaci di vivere nella realtà senza immagini olografiche. Intanto, la satira è di grana grossa e francamente fuori luogo per la classe della Pixar (lo avessero fatto in un prodotto Dreamworks, sarebbe stata un'altra cosa). Troppo idioti e mosci questi esseri umani per farci appassionare, tanto che vorremmo che Wall-E ed Eve non si impegnassero tanto per loro, rischiando i loro preziosi circuiti (decisamente umanizzati) per degli esseri viventi con encefalogramma piatto che ormai di umano hanno poco. Tuttavia, anche qui ci sono momenti magici, tra cui un'escursione spaziale tra i due robottini che vale praticamente da sola il prezzo del biglietto e che rischiamo di ritrovarci tra le più belle in assoluto nel 2008.

Ma il fatto è che chi scrive ama alla follia la Pixar e non può accettare facilmente l'idea di non avere un prodotto pressoché perfetto, dovendoci accontentare di un film semplicemente 'buono' (che comunque significa, in attesa di Miyazaki, il miglior titolo di animazione del 2008, tanto per non confonderci). Ma forse è proprio questo il problema, il fatto che in giro non si vedono grandi pellicole animate, mentre tutti i concorrenti (almeno negli Stati Uniti) cercano di giocare sul sicuro, con tante gag e trame semplicissime. Insomma, forse si chiede alla Pixar di consolarci ogni anno dalle delusioni che riceviamo dagli altri titoli e così facendo si mette una pressione enorme su questi geni. D'altronde, ci hanno abituato fin troppo bene e siamo sicuri continueranno a farlo...

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