The Walking Dead 5x11 "The Distance": la recensione

Dopo un lento avvio, con l'ultimo episodio The Walking Dead si rimette in marcia

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Spoiler Alert
È una distanza che si presta a più considerazioni quella del titolo dell'ultimo episodio di The Walking Dead. Ovviamente indica la lunga marcia dei sopravvissuti, che proprio quest'ultima settimana hanno compiuto un grande e concreto passo in avanti, ma naturalmente è anche indizio del cambiamento profondo che ha interessato ognuno di loro, in particolare Rick. Per la prima volta dopo tanto tempo, The Distance riporta indietro il personaggio, lo umanizza: speranza e illusione, che qui hanno le fattezze del nuovo arrivato Aaron e dell'utopica comunità di Alexandria, sono le motivazioni che spingono al nuovo viaggio, che spingono alla fiducia, non fosse altro che per rassegnazione. Dopo un ritorno parecchio stentato, la serie AMC confeziona un ottimo episodio.

La serie respira con più facilità quando c'è un obiettivo concreto da raggiungere. Aaron tende una mano più concreta a Rick e gli altri ed una più astratta alla serie stessa, che si rimette in marcia. Certo, ci saranno diffidenze e timori prima di ogni altra cosa. Rick sferra senza troppi complimenti un pugno in faccia al malcapitato Aaron, e preferisce inviare qualcuno in avanscoperta per confermare la versione dell'uomo. Allora l'episodio può essere idealmente diviso in due parti, con una prima nella quale il gruppo cerca conferma e decide infine di partire, e una seconda in cui viene coperta – con sorprendente rapidità in effetti – la distanza che li separa da Alexandria.

Entrambi i segmenti offrono dei momenti validi. In realtà Aaron non appare come una minaccia, e per adesso il dubbio che la comunità possa rivelarsi una trappola come Terminus non sussiste. Il punto centrale allora è tutto nella reazione di Rick alla speranza. E tutte le reazioni del leader dei sopravvissuti sono abbastanza comprensibili e giustificate: paura, diffidenza, anche rabbia. Saranno le circostanze e le parole degli altri – ora Michonne, ora Glenn, ora Carol – a fargli cambiare progressivamente idea. L'episodio inizia e termina raccontando una fase, un percorso, un piccolo cambiamento. C'è un senso di completezza e partecipazione che mancava da un po', e anche curiosità verso ciò che si trova al di là della barricata.

Anche l'azione non è affatto male. C'è un immancabile smarrimento e senso di pericolo lungo il tragitto, ma la scrittura trova il modo di sdrammatizzare (ci vuole davvero un po' di leggerezza ogni tanto) con alcune trovate tanto improbabili ed esagerate quanto divertenti come una macchina completamente coperta di sangue e una pistola lanciarazzi usata contro uno zombie.

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