The Walking Dead 4x13 "Alone": la recensione
Puntata migliore delle precedenti per The Walking Dead
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Decisamente un passo in avanti rispetto al soporifero Still e agli statici episodi che l'avevano preceduto. Non significa che la serie abbia improvvisamente ingranato la marcia, anzi i ritmi si mantengono sempre piuttosto bassi, ma la direzione sembra quella giusta. Il parziale riscatto della storyline di Daryl e Beth arriva, dopo tre episodi, con l'evento dirompente tanto atteso, che finalmente spezza un equilibrio rimasto inalterato fin dalla fuga dalla prigione. I due si separano violentemente in seguito ad un assalto massiccio di zombie, Beth viene probabilmente rapita, Daryl si unisce ad un gruppo di sopravvissuti apparentemente poco raccomandabile (ma, anche in questo caso, l'importante è non rimanere soli). La vicenda ha un buon ritmo, dei buoni momenti d'azione, anche qualche trovata degna di nota (come la casa abitata dalle cosiddette "brave persone" che si sono preoccupate di ridare parte dell'umanità ad alcuni cadaveri ambulanti).
Meno riuscito, se non altro perché, dopo un giro lungo, ritorna o quasi al punto di partenza, il segmento di Bob, Maggie e Sasha. Dialoghi non proprio memorabili, ritmo basso e conclusione di segmento con apprendimento della "lezione settimanale": è anche da trovate come queste che si avverte come la scrittura sia più vicina a quella di un procedurale piuttosto che a quella di una serie che invece dovrebbe avere una forte trama orizzontale. Ad ogni modo l'episodio riesce a scorrere e a lasciarci con l'idea che, in un modo o nell'altro, tutti i sopravvissuti stiano convergendo verso Terminus.