Wacky Raceland, la recensione

Abbiamo recensito per voi Wacky Raceland, miniserie di Pontac e Manco pubblicata da RW Edizioni

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Wacky Raceland #1, anteprima 01

I cartoni animati di Hanna-Barbera hanno segnato in maniera indelebile i pomeriggi della nostra fanciullezza. Presto o tardi, noi e i nostri coetanei siamo finiti davanti alla televisione per seguire le spericolate avventure di Scooby Doo o per tornare all’Età della pietra insieme ai Flintstones. Non di meno, ci siamo appassionati a Wacky Races, serie in cui bizzarre squadre prendevano parte a una spassosissima gara automobilistica.

Negli ultimi anni, la DC Comics ha dato il via a un’interessante rilettura di questi iconici personaggi, regalandoci prodotti che, pur restando fedeli all’idea di base, utilizzano un linguaggio attuale per narrare storie senza tempo. Il nome dell'iniziativa è Hanna-Barbera Beyond, e ha già fatto parlare di sé nel nostro Paese grazie alla controversa rivisitazione di Bedrock operata dall'estroso sceneggiatore Mark Russell.

Ora, grazie all’ottimo lavoro di Ken Pontac e Leonardo Manco, torniamo a rivivere le emozioni legate ai successi dei fratelli Slag e della loro Macigno-mobile, al Diabolico Coupé, alla bella Penelope Pitstop e al Professor Pat Pending, senza trascurare - ovviamente - il diabolico ma sfortunato Dick Dastardly e il suo ghignante cane Muttley.

In Wacky Raceland, l’intero cast di personaggi e le rispettive vetture viene traslato in uno scenario post-apocalittico – un evidente richiamo alle atmosfere di Mad Max: Fury Road – dove i nostri si affrontano in competizioni letali; perché gli scenari del cartone animato sono stati idealmente spazzati via da alluvioni, terremoti e ogni genere di piaga e, per raggiungere Utopia, l’unico posto sopravvissuto alla distruzione, è necessario vincere quante più gare possibili.

Dimenticate i toni leggeri dell’opera primigenia e immergetevi in un affresco desolante, animato da creature mutanti, mostri ipertecnologici e vetture dotate di intelligenza artificiale, e dite addio alla voce fuori campo di Ferruccio Amendola per accogliere l’Annunciatrice, entità misteriosa che ha radunato i piloti e gestisce l’intera competizione.

Wacky Raceland #1, anteprima 02

Leggendo i sei capitoli che compongono la miniserie originale, la sensazione che si prova è quella del ritrovare un amico d’infanzia: da compagno di spensierate scorribande, Wacky Races è cresciuto, si è incattivito e ha lasciato trapelare un’anima oscura ma ammaliante. Quella che RW Edizioni ci presenta in unico brossurato è un’opera adulta che fonde le suggestioni fanciullesche con quelle distopiche della pellicola di George Miller.

Visti i tanti personaggi coinvolti, Pontac seleziona gli elementi più caratterizzanti per costruirgli intorno un intreccio che, pur mantenendo una preminente componente action, non manca di scaldare il cuore. Con attenta regia, lo scrittore americano dissemina svariati flashback che offrono la possibilità di ricostruire il vissuto di alcuni dei protagonisti, gestendo inoltre nel migliore dei modi i colpi di scena.

Mentre corriamo a tutta velocità, evitando naniti carnivori e mostri ancestrali, viviamo una girandola di emozioni resa perfettamente dalle matite di Manco. L’artista argentino reinterpreta in chiave dark un immaginario ben cristallizzato nella mente dello spettatore del vecchio cartoon. Davvero azzeccato anche il lavoro sul design dei veicoli, preciso nell’omaggiare le fonti da cui attinge. Va inoltre menzionato l’eccellente lavoro ai colori di Mariana Sanzone, perfetta nel conferire un mood oscuro alle esplosive tavole di Manco.

Signore e signori, è giunto il momento di ammirare i più famosi e spericolati piloti mentre partecipano a una gara senza regole, e questa volta la posta in palio è davvero alta.

Da leggere di corsa!

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