Wacky Raceland #1, la recensione
Wacky Raceland rielabora il cartone animato in chiave Mad Max: è spiazzante, richiede qualche sforzo, ma ricattura il divertimento dell’originale
L’impresa del team creativo di Wacky Raceland, composto da Ken Pontac e Leonardo Manco, è indubbiamente difficoltosa, in primis per la vastità del cast: nella serie di animazione originale si affrontavano ben undici veicoli, spesso con equipaggi composti da più di una persona: impossibile presentarli tutti in maniera convincente nel primo numero, che giustamente si concentra solo su alcuni dei protagonisti, nella fattispecie Penelope Pitstop, Dick Dastardly e Peter Perfect, che giustamente sono forse tra i personaggi più iconici e memorabili della vecchia serie.
Fatte queste doverose premesse, a Wacky Raceland va riconosciuto un merito che lo pone al pari della serie originale a cui si ispira,vale a dire che è dannatamente divertente: Pontac decide di esordire con il più classico dei classici, vale a dire una rissa da taverna, alternando l’ipotetico momento di R&R con la telecronaca dell’ultima corsa appena conclusa, occasione in cui l’autore strizza abbondantemente l’occhiolino alla serie originale, tirando in ballo sia i trucchi da strada di Dick Dastardly che la vittoria soffiatagli all’ultimo momento. E se il bambino che è in noi non può non riportare un piccolo trauma nel vedere un Dastardly flirtare e fare pesanti allusioni sessuali a Penelope Pitstop, va riconosciuto che le interazioni tra le versioni adulte dei personaggi risultano verosimili e divertenti.
Ottime, infine, le matite di Leonardo Manco, ricche di dettagli e spettacolari nelle inquadrature di taglio cinematografico: forse, come la sceneggiatura, anche le tavole soffrono un po’ l’effetto di “sovraffollamento” che il cast comporta, ma quando l’azione si concentra su scene limitate e personaggi ben precisi, lo stile sporco e violento funziona al suo meglio.
In conclusione: chi volesse divertirsi a vedere questa nuova incarnazione di Dick, Penelope e compagni troverà uno scenario inizialmente spiazzante, ma con un buon potenziale per le trame future. Chi invece volesse cercare semplicemente una storia in stile Mad Max senza curarsi troppo delle figure e della serie ispiratrice originale, forse è destinato a godersi il numero ancora di più.
Fedele al cartone a cui è ispirato, il primo numero di Wacky Raceland è un percorso turbolento, accidentato e vagamente surreale, ma in ultima analisi divertente e coinvolgente.