Volare, la recensione

La nostra recensione di Volare, l'esordio alla regia di Margherita Buy presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023

Condividi

La nostra recensione di Volare, l'esordio alla regia di Margherita Buy presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023

Trent'anni dopo Maledetto il giorno che t' ho incontrato, Margherita Buy è ancora alle prese con uno psicologo. Come era facilmente intuibile, il suo esordio alla regia, Volare, presentando l'attrice anche davanti alla macchina da presa, ne ripropone il personaggio più tipico, quella della donna nevrotica, affetta da tic, un po' disconnessa dal resto del mondo. Tratti ormai noti, sedute dal terapeuta comprese, su cui lo stesso film fa ironia tirandoli in ballo esplicitamente e strizzando l’occhiolino allo spettatore: quello che vediamo è una commedia gradevole, ma non certo innovativa.

L'opera ha come protagonista Annabì, attrice di successo che da sempre ha paura di volare, tale da bloccarla ogni volta che cerca di salire su un'aereo. La rinuncia a un importante ingaggio all'estero e la decisione della figlia di andare a studiare in California la spingeranno a fare qualcosa in merito. L'aviofobia dunque come occasione perfetta per raccontare un personaggio che fatica a farsi accettare dagli altri, che non capiscono il perché dei suoi tentennamenti, ma che è allo stesso tempo molto egocentrico e autocentrato.

La prima parte è sicuramente quella più riuscita, nel raccontare il dietro le quinte del mondo dello spettacolo, in particolare la relazione tra la protagonista e la sua agente (Anna Bonaiuto), che fa fatica a tenere il passo di una figura così eccentrica. Due mondi che viaggiano per conto proprio e finiscono spesso per scontrarsi, con esiti divertenti. Convincente è inoltre il modo con cui Buy ritrae queste due donne ostinate nelle proprie convinzioni, guardandole con ironia e con compassione, senza renderle delle macchiette.

Peccato che poi il film si incarti nella seconda parte, quando sembra diventare uno spot di Ita Airways. Anna infatti comincia a frequentare n corso per superare la propria fobia organizzato dalla compagnia aerea, dove incontra molti altri come lei. La storia dunque propone una notevole galleria di personaggi, ciascuno con il proprio background, ma, dando ampio spazio ad ognuno di loro, sembra allungare il brodo e non avere più molto da raccontare. Evidente inoltre l'intento educativo ("bisogna vincere le proprie paure"), evidenziato anche dal tratteggio semplicistico e bonario delle figure della psicologa e del pilota che li aiutano durante queste lezioni. Le vicende si avviano così verso la conclusione più prevedibile, con una certa meccanicità nello sviluppo.

D'altro canto, Volare si fa comunque apprezzare anche per alcune situazioni comiche e per alcuni personaggi di contorno riusciti (come Elena Sofia Ricci nei panni di se stessa), per come non cerchi affatto di strafare, consapevole della sua esile dimensione narrativa. Non si vola molto alto ma né si ci schianta clamorosamente, se ci scusate il facile gioco di parole.

Continua a leggere su BadTaste