Voice of Cards: The Forsaken Maiden, Yoko Taro colpisce ancora | Recensione

Dopo il primo (splendido) capitolo, Voice of Cards torna su PC, PlayStation 4 e Nintendo Switch con The Forsaken Maiden

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Uscito a fine ottobre dello scorso anno, Voice of Cards: The Isle Dragon Roars ha stupito un po’ tutti. Il titolo di Maasa Mimura e di Yoko Taro, autore celebre per la serie Nier, può sembrare un classico JRPG, ma nasconde numerosi elementi interessanti. Per prima cosa: il suo comparto artistico. The Isle Dragon Roars è interamente raccontato tramite carte da gioco. Carte che rappresentano i personaggi, le mosse, i nemici e persino i paesaggi che andremmo ad attraversare. A questo si aggiunge un grande lavoro sul ribaltamento di topoi narrativi ormai classici, che ci ha fatto innamorare dell’intero progetto.

Con nostra estrema sorpresa, meno di un mese fa è stato annunciato Voice of Cards: The Forsaken Maiden, una storia del tutto inedita, ma che mantiene le stesse caratteristiche del primo capitolo. Dopo aver dedicato diverse ore a completare la campagna principale, siamo finalmente pronti per raccontarvi le nostre opinioni sulla nuova opera prodotta da Square Enix.

VERSO UN MARE DI AVVENTURE

I protagonisti di The Forsaken Maiden sono un ragazzo intenzionato a salpare verso il mare aperto, una ragazza senza memoria e un misteriosa marionetta. Qualcosa lega questi tre personaggi, ma all’inizio del gioco non ci è dato sapere cosa mantenga il gruppo unito. Lentamente, la storia trova la propria via, raccontandosi una trama talvolta affascinante, ma altre volte troppo presa dal mettere in scena i classici cliché. Cliché consci di essere tali, dato che persino il protagonista risponde al nome di “Giovane navigatore”, ma che ci saremmo aspettati potessero evolvere diversamente.

Nonostante qualche momento morto, la trama intrattiene per tutte le (circa) venticinque ore di durata. Non vogliamo rivelare troppo e rischiare così di rovinarvi l’esperienza, ma sappiate che gli sviluppi della storia vi porteranno di fronte a situazioni molto più importanti del semplice viaggio di avventura. Situazioni che abbiamo davvero apprezzato, pur senza raggiungere i picchi di The Isle Dragon Roars.

UN GIOCO DI CARTE E DADI

Esattamente come il primo capitolo, anche Voice of Cards: The Forsaken Maiden delega tutto il gameplay all’utilizzo di carte e dadi. La meccanica di gioco non è lontana da quella di un classico JRPG a turni, dove le azioni dei giocatori si alternano con quelle degli avversari. L’elemento più interessante sta nell’utilizzo dei dadi che, come in Dungeons & Dragons, determinano il risultato dello scontro. Talvolta questo serve per capire l’ammontare di danni inflitti, mentre altre volte per stabilire se il malus di una mossa si possa applicare o meno all’avversario. 

Con un giusto mix di abilità e fortuna, comunque, è possibile completare l’intera avventura senza mai morire. La difficoltà generale dell’opera ci è sembrata tarata verso il basso, con boss fight che al massimo hanno mandato KO qualche nostro personaggio, ma incapaci di metterci davvero in crisi. Esplorare in continuazione le aree potrebbe mettervi di fronte a numerosi gruppi di nemici, ma nulla che non possa essere facilmente affrontato. Nel peggiore dei casi, comunque, è possibile effettuare un viaggio rapido per tornare in città, dove fare rifornimento e recuperare i propri punti salute.

Se il primo Voice of Cards si è rivelato essere una sorpresa, The Forsaken Maiden sembra più una conferma. La conferma di un gameplay funzionale e di un registro narrativo davvero avvincente. Speriamo solamente che, nell’eventualità Yoko Taro decida di realizzare un terzo capitolo, venga inserita qualche novità in più.

PERSONAGGI E PEDINE

Il punto di forza della produzione è, ancora una volta, il comparto estetico. The Forsaken Maiden vanta il character design di Kimihiko Fujisaka, autore di opere come Drakengard e The Last Story. A questo si aggiunge un’estetica sensazionale, dove ogni elemento di gioco, dei menù e dello scenario è realizzato attraverso l'utilizzo di carte da gioco. Nonostante la somiglianza con il primo episodio, ancora una volta ci siamo spesso trovati a bocca aperta di fronte a uno stile tanto brillante e carismatico. Uno stile che ci spinge a consigliarne l'acquisto anche a coloro che, semplicemente, cercano un titolo che sprizzi genialità visiva da tutti i pori.

Impeccabile anche la colonna sonora di Keiichi Okabe (Tekken, Nier: Automata), che ci ha cullati per tutta la durata dell’avventura. Anche questo nuovo Voice of Cards presenta un discreto doppiaggio in inglese e i sottotitoli in italiano. Un risultato sicuramente apprezzabile da tutti coloro che non masticano la lingua d’Albione.

Voice of Cards: The Forsaken Maiden

Voice of Cards: The Forsaken Maiden è senza dubbio un “more of the same” del primo capitolo. Non che questo sia per forza un male. Anzi. Il gioco emoziona e diverte, mettendo in scena un comparto estetico a dir poco sensazionale. The Forsaken Maiden è il gioco perfetto per gli amanti dei board game e dei GDR cartacei. Un tributo a una tipologia ludica da sempre nel nostro cuore e che, senza dubbio, trova in questa opera un magnifico omaggio. Non vediamo l’ora di scoprire se Yoko Taro deciderà di portare avanti il franchise, sperando possa introdurre qualche novità per rendere il tutto ancora più avvincente sotto il profilo ludico.

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