Vite di carta, la recensione

Abbiamo recensito per voi Vite di carta, di Marco Rincione e Giulio Rincione, edito da Shockdom

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C'è un aspetto peculiare che a chi scrive fa apprezzare particolarmente il lavoro dei fratelli Marco e Giulio Rincione: l'empatia. Ogni azione, ogni dialogo e ogni pensiero presenti nei loro lavori sono volti a costruire un ponte che collega il cuore del lettore a quello dei personaggi creando un vincolo che difficilmente va via al termine della lettura delle varie storie. Vite di carta, edito da Shockdom nell'ambito dell'iniziativa TIMED, è un chiaro esempio di questo aspetto. Anche nel caso di questa storia, il tema di fondo è tanto importante quanto cupo, andando a trattare direttamente il rapporto che intercorre tra l'essere umano e il termine della vita.

Carl, il protagonista del fumetto, è un paria del mondo che lo circonda, confermando la linea degli autori, già vista in Paperi, che propone protagonisti outsider della società. Ad aggiungere complessità alla sua esistenza da reietto causata dai suoi poteri (è in grado di entrare in contatto con i ricordi altrui e renderli reali) c'è la sensazione dello scorrere del tempo, con la sua vita legata a doppia mandata all'utilizzo degli stessi poteri.

Il racconto è ben ancorato a binari emotivi profondi che trasformano l'intera vicenda in una sorta di confessione personale, costituita da didascalie parlanti (anche questo un elemento in linea con la firma di entrambi gli autori siciliani) che scavano senza sosta in cerca di chiarezza e di verità.

Pur variando il punto di vista che dà voce al soliloquio, l'effetto finale è il medesimo: uno sguardo sul (dramma) dell'esistenza umana, osservata con distacco per tracciare una linea sottile tra il reale e il non reale, le paure e le colpe, la solitudine e il rapporto con l'altro, portando l'esasperazione del conflitto personale fino alle conseguenze più forti.

I fratelli Rincione declinano con eleganza il tema alla base del supereroe riguardo la gestione personale del proprio potere, dimostrando ancora una volta che la capacità soprannaturale non è mai il fine, ma il mezzo per raccontare qualcosa di molto più umano e coinvolgente.

Vite di carta, pur essendo il secondo volume di TIMED dopo Rio 2031, ha una forza tale da consentirgli di vivere indipendentemente dal macro-contesto. Gli autori confermano le basi gettate in passato da entrambi su lavori congiunti e non, sposando stabilmente la narrazione sul doppio binario: tangibile ed onirico. I testi di Marco ed i disegni di Giulio creano, insomma, un insieme imprescindibile, da divorare per intero: diventano entrambi segni sulla carta, caricando di significati ogni singolo tratto.

Lasciatevi trasportare, come la vita da ciò che non si può controllare.

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