Violeta - Corazón maldito, la recensione
Abbiamo recensito per voi Violeta - Corazón maldito, graphic novel di Tonfoni e Spataro edita da BAO
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Come in un patto faustiano, l’artista cilena ha perseguito ardentemente il proprio obiettivo, la riscoperta della cultura folkloristica cilena, sacrificando l’amore e la famiglia; considerando l’oscuro momento storico in cui questa scelta è stata compiuta, il contributo di Violeta risulta ancora più impressionante. Nata a San Carlos nel 1917, ha avuto un’infanzia di stenti e ristrettezze economiche, tirando a campare grazie alle prime esibizioni musicali per strada. La sua predisposizione per la musica e un carattere fumantino l'hanno spinta a intraprendere un percorso controcorrente, esportando la tradizione locale. Alla sua attività di cantautrice ha in seguito aggiunto quelle di pittrice, scultrice e poetessa, forme espressive legate al suo profondo amore nei confronti del Cile. I riconoscimenti internazionali che l'hanno portata a intraprendere diverse tournée in Europa, così come a essere la prima donna sudamericana a esporre al Louvre, sono stati bilanciati da drammi sentimentali (due matrimoni falliti), dalla morte della figlia e da una forte depressione (a seguito della fine della relazione con Gilbert Favré) che hanno spento il suo apparentemente inesauribile motore, spingendola a un gesto estremo e definitivo.
La lettura scorre intensa e ogni capitolo di Violeta - Corazón maldito è scandito da una strofa delle sue canzoni, a evidenziare il legame viscerale tra la vita dell’artista e la sua produzione musicale. La Tonfoni mantiene l'equilibrio tra la componente privata e quella pubblica scegliendo di mostrarci l’avvincente epopea di Violeta non dai rotocalchi, non dalla cronaca, ma stando appollaiati sulla sua spalla.